L’altro ieri per questo cucchiaino d’argento è stato un giorno da leoni.
Non so come sia entrato in casa mia, ma ce l’ho da qualche anno ormai. E’ arrivato da chissà dove e ha trovato il modo di intrufolarsi tra la mia posateria, che vanta elementi semplici, un po’ cafoncelli e meravigliosamente super-economici-di-ikea.
Non lo odio solo per il sapore amaro che lascia l’argento, nel malaugurato caso che uno se lo porti alla bocca, lo odio perché è veramente odioso. Spesso, se è l’ultimo cucchiaino pulito, preferiamo lavarne uno sporco pur di non usarlo; buttarlo, però, è un’azione troppo forte che non abbiamo mai considerato, una presa di posizione eccessiva dato che viene da una buona famiglia e anche in passato i nobili li decapitavano e non li impiccavano, e quindi anche noi lo trattiamo con un certo riguardo, lo segreghiamo e lo vessiamo, ma pur sempre con un certo riguardo.
Solo che l’altro giorno ho preso consapevolmente questo cucchiaino per una girata veloce alla salsetta di un riso basmati che mi stavo cucinando. Poi, a seguire, l’ho riutilizzato (lavandolo…, già vi conosco a commentare!!!) per mettere dell’origano su una bruschetta, per dosare il lievito in una torta e poi per aggiungerci un po’ di marmellata.
Non so cosa mi abbia preso, ancora a pensarci non so spiegarmelo. Ad ogni modo, naturalmente, passato il santo, passata la festa ed il cucchiaino d’argento è tornato nuovamente nel cassetto a non vedere più la luce.
Diciamo che mi piace considerarla un’ennesima modalità di vessazione, molto più sofisticata questa volta: esattamente come quando, senza avvisarti, ti danno in prova solo per qualche giorno un servizio aggiuntivo fichissimo e poi te lo tolgono dall’oggi al domani, lasciandoti con l’amaro in bocca. Amaro proprio come se fosse d’argento, ma guarda un po’!!
che spudorato intruso… ti capisco: negli anni, in casa mia varie tribù si sono mescolate formando un’etnia particolare,ma anche io ne ho uno in particolare, un coltello, che me lo vivo proprio con raccapriccio ed estraneità.
Ma guarda, in effetti è così, ci sono delle cose che nascono sfortunate. E continuano la loro esistenza sfortunate. E noi non ci possiamo fare niente.
oddio… non so come mi ritrovo a sentirmi il cucchiaino d’argento adesso,non dobbiamo farne più di sti discorsi mi sa..
Sei ipocrita ed egoista!
La tua alterigia e la tua discontinuità feriscono nel profondo un povero cucchiaino che, malauguratamente per lui, è passato da una casa dove lo amavano, forse un po’ persino veneravano alle tue grinfie distaccate e perfide. E lui sa di mancare in un servizio in cui sarebbe accettato e apprezzato e, come dargli torto, si dispiace, si AMAREGGIA! Ma grato per l’improvvisa attenzione e l’apparentemente giunta accettazione, non si è vendicato sulla tua bruschetta, non si è vendicato sulla torta (sul riso forse si, ma come fai a non intristirti col riso?)… accettandoti da subito con gratitudine, pronto a dare al vostro rapporto una seconda possibilità. E tu così lo ripaghi? Oltre il premeditato danno di sapere di non volerlo più usare, lo dileggi anche in un post carico di acredine argentata…..
però non piacciono nemmeno a me, viva l’acciaio! :p
fallo fondere in una medaglitta e regalalo al primo compleanno di qualcuno che ti sta sulle balle 😀
Guarda, da come ne parli, capisco che deve essere tuo. Perchè qualche anno di questi (conoscendo la tua reattività) non te lo vieni a prendere?
…e comunque sarebbe più verosimile se ti chiamassi il Brillo Parlante.
Mi fai pensare alla storia del Brutto Anatroccolo… Poverino…
Nel caso te lo lascio sotto casa… se siete in grado di accoglierlo con un po’ di calore… 🙂
potremmo, si…. 😀
e tu usi un cucchiaio di metallo per girare qualcosa in una pentola presumibilmente di alluminio?
lo feci una volta a casa di un amico che mi fece un cazziatone che ricordo ancora…
il rumore del metallo del teflon antiaderente…
vergogna!!!
Touché: non posso aggiungere altro. Un po’ come le unghie sulla lavagna.
craaaaaaaa
craaaaaaaa
craaaaaaaa
questo è il rumore
quando ci vediamo te lo faccio dal vivo
e vedrai che non lo farai più
il deterrente sonoro è utilerrimo
Ma se ci vediamo per un aperitivo fuori vieni fornito di una pentola e di un cucchiaino? No, così, per prepararmi.
Rientro dalle ferie dove, per 15 giorni, ho mangiato con posate d’argento trovate nella casa presa in affitto. Ho seriamente valutato l’opportunità di comprare posate di plastica tanto poco mi piaceva la consistenza, il sapore, la forma di quelle posate. Tuttavia, il senso di nobiltà, o per lo meno di rispetto per la loro età, la loro storia, mi ha impedito di far loro questo torto.
La tua testimonianza mi rasserena. Vedo che non sono la sola a provare timore reverenziale e parallelamente odio profondo per la posa d’argento.
Comunque è singolare trovarle in una casa di vacanze in affitto… forse anche i proprietari se ne vogliono in qualche modo liberare… 🙂
la marmellata lascia ben intendere la sua decapitazione…