Ma qui apriamo un tema che ancora nessuno di noi è riuscito a risolvere. Anche se credete, neanche voi lo avete minimamente risolto. Leggerezza o pesantezza?
Questa domanda si può applicare a moltissime cose della vita. All’approccio. Alla filosofia. Al quotidiano. All’eccezionale. Leggerezza o pesantezza?
E viene da pensare che tutto sommato siamo sempre padroni di noi stessi. Che esiste la possibilità di potersi governare e di poter rimettere al centro la barra del timone, qualora la direzione che abbiamo preso non segua più la nostra bussola interna, ma non sono mica sicura che sia proprio così. Non sono mica sicura che sia possibile accorgersene sempre per tempo. Che la direzione non si riesca a leggere solo in mare aperto. E che poi si abbia la forza necessaria per manovrare il timone. Leggerezza o pesantezza?
E poi semplicemente assecondiamo l’indole che ci è toccata in sorte o la modifichiamo nella vita? E quante volte? E capita che il mondo sociale e culturale che ci circonda a volte risponda al posto nostro oppure siamo sempre noi che parliamo? Leggerezza o pesantezza?
Io a volte me lo chiedo, ma non l’ho mica capito.
“Un dramma umano si può sempre esprimere con la metafora della pesantezza. Diciamo, infatti, che “ci è caduto un fardello sulle spalle”. (…) Ma che cos’era successo in realtà a Sabina? Niente. Ora viveva un dramma perchè aveva fatto una cosa semplicemente perchè voleva farla. Il suo non era un dramma della pesantezza, ma della leggerezza. Sulle spalle di Sabina non era caduto un fardello, ma l’insostenibile leggerezza dell’essere.”
Kundera, ovviamente.
ora io uso la metafora del panino ignorante.
rosetta o sfilatino?
stare bene è leggero.
stare male è pesante.
riuscire a reagire bene anche quando si sta male è difficile (quindi pesante? ma pesante con un approccio leggero?)
fare un dramma per una cazzata è facile (quindi leggero? ma leggero con un approccio pesante?)
tutto il resto è come la farcia del panino. Sta in mezzo, ma senza il pane non si tiene.
andresti denunciata.