Stasera facevamo una riflessione interessante.
E cioè che i social network (intesi in senso lato) alterano molto la percezione della realtà, in quanto le persone sono spinte a condividere principalmente le cose belle e ad e enfatizzare le cose viste, fatte, pensate.
E dato che il nostro quotidiano è questo, ma anche molto altro, tutto questo “altro” traspare molto di meno dai social network. Magari si condividono singoli episodi tristi che capitano, ma si tende a non mettere in luce la banalità o la mediocrità della vita di tutti i giorni.
A pensarci anche questo blog è sulla stessa china e rappresenta una realtà più “ovattata” del vero (per dirla alla mio marito) e non mette mai in evidenza i momenti di noia, i pensieri fatti di buio e le sedie rotte nascoste in un angolo.E sì che ce ne sono!
E magari è così che nasce il mito delle generazioni precedenti che hanno sempre vissuto un’età dell’oro di cui quelle successive non possono godere più.
E se tutti stiamo ad evidenziare solo le cose belle è troppo facile… e chi vedrà in futuro le pagine Facebook, le foto su pinterest e i pensieri nei blog troverà principalmente foto artistiche, visi sorridenti, scene di felicità diffusa e non rimarrà traccia alcuna, così per fare un esempio, del fatto che un martedì sera, dopo aver buttato la spazzatura (vi ricordo no ascensore) e aver steso la lavatrice, uno accende la televisione per distrarsi 10 minuti e invece trova Tosi su Raitre…
Il blog è un “media” ovvero uno strumento per comunicare. Non è la persona. Rappresenta quello che la persona decide e sceglie di comunicare. Non necessariamente quello che è realmente. E’ un tramite attraverso il quale si può scegliere di essere molte cose. Nel bene e nel male. Nella realtà e nella fantasia. nell’onestà e nella coerenza come nella ambiguità e nella falsità.
Penso sia utile ricordarselo per leggerlo con la dovuta consapevolezza e non credere che la dimensione reale è questa. Resta comunque un luogo di espressione, di confronto , di pensiero. In un momento come dici tu dove girano “Tosi” è comunque uno spazio da utilizzare per elaborare e far circolare idee. Poi come dici tu ci sono i calzini sporchi di tutti i giorni… la vita reale, fatta di ascensori e soprattutto di visi e parole vissute insieme a persone fatte anche loro di mani visi parole gesti. Quella è quel che conta. perchè è lì dove tu sei, con la testa con il cuore e con le scale da fare.
Sono pienamente d’accordo con te; infatti sostengo sempre che FB mi sembra un giornale tipo “novella 2000” dove le persone tendono a mettere foto di vacanze fantastiche e cene strabilianti ma che poi alla fine non si interagisce sul serio.
Io avevo un diario che poi si è trasformato in un blog ed è rimasto personale, molto personale. Racconto proprio dei miei turbamenti dei miei problemi, a dirla tutta scrivo proprio quando vi è qualcosa che non va.
E proprio per questo quelle poche volte che capita di interagire con qualcuno piovono solo critiche.
Essere onweb significa mettere su la maschera della starletta ….
Concordo pienamente a metà. Il blog è uno strumento e tutto sta a come lo usi. Personalmente cerco di postare cose belle per sfuggire alle cose brutte che mi circondano, ma ho anche una categoria “cose brutte” dove testimonio quello di negativo o spiacevole mi sta intorno e che mi colpisce.
Considerati a livello di fonte storica per le prossime generazioni, i blog saranno “filtrati” e comparati con altri documenti, più che mai abbondanti nell’era della comunicazione e della vita liquida, per dirla con Bauman, in cui si sa che il sorriso dura un attimo, finché non ti giri e vedi le sedie rotte o Tosi su rai3.
ah ah!! sfumature diverse ma tutti d’accordo su Tosi…
In effetti i vostri punti di vista sono interessanti, Tosi incluso.
🙂
Innanzitutto vi dico che avete ragione e che c’è così tanta comunicazione che in futuro resterà molto di più della testimonianza web. Sì. Sono stata semplicistica a riguardo.
E penso decisamente che la vita, quella che vale, sia altrove.
Continuo a pensare che nella maggior parte dei casi, ma probabilmente generalizzo un mio modo di agire, lo stimolo a scrivere nasce più da sentimenti/emozioni decisi (nel bene e nel male) che dal raccontare la semplice normalità (di cui, pensavo, rimane meno traccia).
Però ci penso. Ci rifletto. Ci rimugino. E intanto cerco di scaricare l’agenda delle prossime apparizioni televisive del Nostro.
fortunato tuo marito..
hai un’intelligenza mica da niente
dote rara
altro che
mmmmm… sulla fortuna la pensate con delle sfumature differenti. Tant’è vero che il marito penserà che ci conosciamo e che ci siamo messi d’accordo per questo commento.
Ma infatti, a proposito,… ci conosciamo? 🙂
beh am..ica mia….
se ti avessi conosciuto prima..
col cavolo saresti sposata a lui…
digli così…
Ciao, sono venuta a trovarti nel tuo quarto piano senz’ascensore!
Che bello questo blog, complimenti…ho anche sbirciato le tue foto con le scritte sui muri, semplicemente fantastiche!
Trovo molto sagge tutte le considerazioni che hai fatto in questo post.
Sai, io scrivo ciò che piace a me, e cerco di parlare di cose belle, già la vita quotidiana è piena di grane…e se le porto sul blog cerco di farlo con ironia.
Se sia giusto o sbagliato non lo so, ma per me è così.
Tornerò a leggerti, grazie di essere passata da me, a presto!
Grazie… ora pubblico un’altra scritta su un muro di una strada di montagna vicino a Subiaco che mi ha fatto molto ridere… vediamo se ti piace…
e non vogliamo lasciare traccia del fatto che sono giorni in cui mi sento gonfia e non c’è activia che tenga?
😀
a parte scherzi…come sarebbe stato goethe se avesse avuto a disposizione un tablet? avrebbe lo stesso scritto nello stesso modo Viaggio in Italia?
la percezione della realtà resta individuale in qualunque modo venga “esposta” e “rappresenta” – si spera onestamente – la necessità di ognuno fermarla così come l’ha sentita e vissuta. Esporre e rappresentare sono dunque l’uno una decisione di un soggetto di dire qualcosa di sè o del mondo e l’altro la piattaforma sulla quale questo soggetto offre ad un altro soggetto la propria visione delle cose.
Credo che da questa necessità nasca il confronto e lo scambio di idee e anche il fare arte stesso.
Poi se invece si scade nella necessità solo di dire-cose-fighe-per-apparire-agli-altri-figo, (a parte la fatica!) allora si sta facendo altro…si fa qualcosa di troppo autoreferenziale per essere davvero interessante!
bòh, mi sarò spiegata???
🙂
e ora per tornare a noi, a me…e purtroppo alla mia vera natura (credo che mia madre abbia visto troppi film demenziali mentre aspettava la sottoscritta!!)…
posso dire a masticone che dovrebbe cambiare nome e chiamarsi mollicone?