
Milano, interno giorno.
Ero al telefono. Ricevo un messaggio di una seconda telefonata.
Il marito.
Strano, avrei detto che fosse nell’altra stanza.
Continuo a parlare.
Secondo messaggio.
Il marito.
Sempre più strano, avrei detto che non potevamo uscire di casa.
Finisco la telefonata. Mi alzo. Vado in esplorazione.
Apro la porta dietro cui ci sarebbe dovuto essere il marito. Chiusa a chiave.
“Mi apri?”
“Non posso”
“Come mai?”
“Mi hanno chiuso dentro”
Vado da Giulio: “Giulio, qualcuno ha chiuso papà nella stanza dei disegni. Secondo te chi potrebbe averlo fatto?”
“L’ho fatto io, mamma. Papà doveva lavorare, almeno così si può concentrare”
“Ah, giusto. Però fai una cosa, vai ad aprirgli la porta, ti ricordi dov’è la chiave?”
“Certo. L’ha voluta Teresa, che ha promesso che non la perde”
“Magnifico”
Ripercorro il corridoio in senso opposto.
Ritrovo la porta, chiusa.
“Tu concentrati sulla presentazione. Prima o poi ci facciamo vivi noi…”
È ancora chiuso lì vero?
Non vorrei risponderti
Devo?
No no. Non serve 🤣🤣🤣
Magari fagli una telefonata.
Così per tenergli compagnia. Certo, se ha il caricabatterie del telefono con sé
Non vorrei interrompere la presentazione…
Dici che non l’ha ancora finita?
È una cosa seria. Altrimenti Giulio non avrebbe chiuso
non ci credo, secondo me i bambini sono vittime dei poteri forti (il marito) che all’inizio della prigionia si defilano per potersi sollazzare in tranquillità.
APRITE GLI OCCHI (e anche le porte).
#poterisfotti
Forse hai ragione.
Ora sequestro tutte le chiavi di casa.
In senso lato.
Questa si chiama collaborazione!
vero eh?
anche generosità.
tutto bene? come ha passato la notte? 😛
non lo so. non gli abbiamo aperto la porta.
Ci vorrebbe la chiave di volta!
…sofisticato!
Della serie Dont Panic eh?!
no, panic! panic, prioprio!!!!!
Ahahaha, meraviglioso
vero. quasi unico, aggiungerei.