Eau de Vernel

Vernel.jpg

Che questa cosa sia riemersa proprio in questa circostanza è abbastanza singolare, anche perchè la circostanza in questione sono le 4.00 di questa notte quando per puro caso, girandomi nel letto, mi sono svegliata e non sono riuscita più a prendere sonno. E pensare che avevo la sveglia puntata sulle 6.30 e diverse notti di sonno precario alle spalle.
Solo che, nel girarmi per cambiare posizione, mi è comparsa davanti agli occhi questa immagine e niente… non andava più via, quindi meglio affrontare il “mostro” che ignorarlo, ho pensato, e allora mi sono messa a ricostruire tutto…

E così ecco a voi il racconto di come ci si possa affossare con le proprie mani, pur non volendo in realtà, ma riuscendo a compiere tutti i passi necessari per riuscirci, rispettando tempi e standard di qualità.

Parliamo di una sera di moltissimi anni fa in cui portavo in giro sul lungomare partenopeo, nel dopocena, un ragazzo forestiero che mi piaciucchiava un po’ ed una sua collega di lavoro scicchettosa, di passaggio per la città.
Ora io non mi sono mai distinta per sciccheria, ma ricordo benissimo che quella sera avevo passato almeno un’ora davanti al guardaroba e mi ero agghindata al meglio, anche se il confronto con la ragazza (quando poi la incontrai) fu comunque impietoso. Vabbè, questo è un inciso.
Per tutta la serata tra me e la ragazza non c’era stata storia: curata, smorfiosa, spumeggiante, catalizzava l’attenzione nel nostro trio e mai (e dico mai) aveva prestato attenzione a qualcosa che arrivava da me. Diciamo che il mio ruolo era stato semplicemente quello di un Tom-Tom ante litteram e la cosa mi rodeva non sapete quanto.

Nel momento dei saluti, però, Sua Beltade se ne uscì a sorpresa con una frase rivolta a me, e non era “Dov’è il bagno?”, bensì: “Senti, te lo volevo dire da quando sei arrivata, hai un profumo davvero meraviglioso, ma mi dici cos’è?”.
Era il mio momento, parlavo io, mi invidiava qualcosa.
L’ottusità è un’arte, checchè ne diciate, e sapete quale fu la mia risposta? Bene, io dissi: “È Vernel”.
“Come scusa?” fece incredula, ed io, invece di scappare via senza girarmi indietro, pensai anche di calcare la mano e aggiunsi “Il profumatore per lavatrici. Non ci credi?” E mostrando il colletto dissi “Odora qui!!!”

Per quanto nella vita si evolva e si lavori su se stessi per migliorarsi, ci sono delle onte che vanno via a fatica. Per quanto profumatore uno possa pensare di aggiungere.

9 risposte a "Eau de Vernel"

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  1. Potevi aggiungere “PASSAPAROLA!” 🙂
    Però mi sono immaginata la serata.
    (confesso che è stato facile avendo passato anche io certe esperienze da terzo incomodo)
    Tu che dicevi “svoltare a destra tra 500mt, proseguire su Lungomare Caracciolo per 1 km, poi destinazione”
    😀

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