Elle come luggìto

Quando ero piccola io si portava l’operazione all’appendice o alle tonsille. Oggigiorno, invece, si porta la logopedia.

E se la moda chiama, noi ci facciamo trovare pronti: ed è così che Giulio ha appena iniziato il proprio ciclo di sedute.

Avevo strenuamente resistito per quasi sei anni, perché adoravo quel suo marcato accento bulgaro.

Allo stesso tempo sospettavo, però, che le maestre potessero non avere il mio stesso senso dell’umorismo e infatti ho dovuto capitolare.

E quindi l’altro giorno abbiamo iniziato gli arrotamenti con la elle. Scusate: la erre, volevo dire la erre.

“Giulio, dai, fammi una frase con tante erre…”

“Mmmmmm… Lubo legali

“Bravo e adesso mettici più erre…”

“Mmmmmmm… Lubo legali glossi …”

“Ok, adesso te ne faccio io una con mille erre!”

“Milleeeee…!?!”

“Senti qua: un rudere rumoreggiante di roboanti ruggiti sinistri…!

Avevo la sua attenzione. Potevamo iniziare gli allotamenti.

A fine serata, però, dopo averli messi a letto vedevo il marito un po’ perplesso. Finché mi ha chiesto:

“Ma tutto bene oggi con Giulio?”

“Sì, come mai lo chiedi?”

“Mah… è la terza volta che mi ha chiamato per controllare se avesse un leone sotto al letto. Sai da cosa può nascere?”

“Era una tigre, Dario, la senti la erre? Tigre… e comunque no, non ne so niente.”

12 risposte a "Elle come luggìto"

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