Quando a me cadde l’oliva

alternativeA Lisbona una sera abbiamo fatto un aperitivo in un’enoteca. Cioè, siamo andati di proposito in un posticino sotto al Castello per poter provare i vini della sua cantina.

Eravamo soli, eccezione fatta per una troupe televisiva che girava un documentario proprio su questo locale. Ah certo, c’erano milioni di tappi di sughero, ma non valgono e quindi non li conto.

Che bella atmosfera, morbida e rilassata come quasi tutta Lisbona.

Il proprietario era così appassionato e disponibile che, parlando con il sommelier del nostro tavolo (che tra noi due mi sembra che non fossi io), ha iniziato a fargli assaggiare tutta una serie di vini portoghesi bianchi e rossi per dargli la piena cognizione di che cosa volesse dire “vino” in giro per le regioni portoghesi.

Quanto ci ha raccontato! Quanto ci ha fatto assaggiare! Che non fosse un posto per il companatico ce lo aveva detto subito, infatti a controbilanciare il vino avevamo solo pane quasi raffermo, olive nere e un po’ di formaggio.

Oscar Wilde diceva più o meno così: “Il bello della vita è avere alternative. Però quanto è rassicurante non averne.”

Ora io (considerato il mio Stato) avrei dovuto bere poco, e così in effetti ho cercato di fare, ma tra tutte le alternative da degustare, tra un “provaqquà” e “provallà”, tra un “cosasentiqui” e “fruttirossilì” alla fine ero abbastanza alticcia. Anzi, alticci lo eravamo in due, mi sembra anche se il marito non è mai alticcio per definizione.

Quella sera, però, invece dell’euforia, eravamo stati sfortunati e ci aveva preso un’ubriacatura triste. Così, quando i signori della troupe ci hanno chiesto se potevano riprenderci (essendo in pratica gli unici clienti al momento) a ripensarci adesso avremmo dovuto dire di no. Il proprietario era stato così gentile con noi… che sarebbe stato meglio per lui avere delle panoramiche del locale vuoto, piuttosto che mostrare noi due che ci contendevamo con aria afflitta le poche olive restanti, nella speranza (almeno mia) che riducessero il livello alcolico nel sangue.

Trasmetteranno questo video nei cieli internazionali con la TAP Airlines. Speriamo solo che sia notte fonda e che i passeggeri siano così seccati dall’avere il bracciolo reclinabile incastrato nel rene che non facciano caso a noi ed a quando a me cadde l’oliva.

 

14 risposte a "Quando a me cadde l’oliva"

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        1. Nonnò… quando i passeggeri si sono appena seduti e gli assistenti di volo fanno le loro operazioni prima del decollo.
          Subito prima del filmino con le misure di sicurezza…. 😆

  1. guarda, io su questa compagnia aerea TIP-TAP, atTAPirata_s, TAPas y aceitunas un pensiero da TAP model ce lo sto proprio facendo. Chi di dovere verrà preso per la gola, in tutti i sensi, buoni e cattivi, e capitolerà… 🙂
    anzi…si pensava già a capodanno….(risata diabbbolica! e TAPperugia!)

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