Nel momento del bisogno

toilet
in un’enoteca a Napoli

E’ molto raro che passi qualche ora in un locale senza sentire il profondo bisogno (è proprio il caso di dirlo) di visitarne i bagni.

E vi dirò che, più passano gli anni, più mi convinco che per quanto i ristoranti o i lounge bar siano ricercati e di moda, la vera raffinatezza passa necessariamente dal loro bagno.

Come prima cosa partirei dall’assunto che il bagno dovrebbe poter essere accessibile a tutti e non raggiungibile solo da alcuni, perchè recluso nei sotterranei con scala a chiocciola, perchè la birra è per l’uguaglianza dei popoli (in qualsiasi condizione essi siano) e dopo la seconda pinta, stimola esattamente la stessa reazione a tutti!

Detto questo, avete poi presente quella sensazione che provate (penso soprattutto le donne) quando arrivano finalmente al bagno aprite la porta e avete la netta sensazione che siete davanti all’ultimo quadro del videogioco (quello col mostro, intendo)? E che se c’è qualcuno che ne uscirà vivo, presumibilmente non sarete voi? Ecco, per quanto riguarda me, uscita da un bagno del genere posso anche tornare a sedermi in una poltrona comodissima e riprendere il mio drink nel locale fichissimo, ma l’innamoramento si è interrotto.

La qualità del bagno dei locali, per quello che ho imparato dalla mia esperienza, è trasversale alle classi sociali ed alle zone geografiche in Italia. La bettola delle bettole può stupirti con un bagno pulito atque decoroso ed il locale all’ultimo grido sconvolgerti.

Ricordo ancora una volta quando, in un ristorantino ai castelli romani di “fascia media” diciamo, nel bagno delle donne c’era un cestino che raccoglieva 3 paia di collant nuovi (neri, blu, color carne) e diversi tipi di salviettine per tutti gli usi a disposizione delle clienti in caso di necessità.

Ad ogni modo, mi dispiace doverlo dire (dato che è evidente che ho una fissazione), ma il bagno migliore che ho visto fino ad oggi è stato a Berlino, in un pub dedicato ispirato a Gagarin.

gagarin berlinNel bagno delle donne (a parte lo spazzolino su cui avrei parecchio da ridire) mettevano a disposizione creme, struccanti, smalti, limette per unghie, pinzette, rimmel, ciglia finte, detergenti di tutti i tipi e condom. All’epoca, quando uscii dal bagno, ero così entusiasta della cosa che chiesi al marito di fare un salto in quello degli uomini, per raccontarmi quali meraviglie trovava. Mi ero fatta l’idea che (come minimo) ci fossero bambole gonfiabili già gonfiate e la playstation. Lo sventurato entrò ed uscì poi, con la stessa aria con la quale era entrato: nessun occhio scintillante, nessuno stupore.

Ho sempre pensato che, probabilmente a causa della troppa birra, egli utilizzò il locale esclusivamente-per-lo-stretto-indispensabile, non prestando la benché minima attenzione a tutto il resto.

Adesso, invece, trascorso qualche mese, mi sale un interrogativo: vuoi vedere che il marito abbia dribblato la mia curiosità di proposito? Non potrò mai esserne certa, ma in effetti a giudicare dall’insegna sulla porta un dubbio mi viene.

gagarin mann

 

 

13 risposte a "Nel momento del bisogno"

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  1. Anche io come te giudico bar, pub, ristoranti etc. dal bagno. Ed è vera la tua osservazione, la qualità del bagno non è strettamente legata al livello del locale. Così mi è capitato di entrare in bagni lindi, luminosi e spaziosi di un baretto modesto o di visitare una latrina in un ristorante da guida rossa. Un bagno accogliente denota una buona educazione del gestore e ti pone nella giusta condizione di ritornarci (nel locale non strettamente nel bagno :)) . Mai stato a Berlino e non mi sono mai imbattuto in un bagno top come quello che hai fotografato. Bella quella foto con la civetteria dell’autoritratto da grande fotografo.

    1. Sei stato molto carino a notarlo. Ricordo che, dato che alle mie spalle c’era in realtà il lavabo, per riuscire ad entrare nella doccia avevo una delle manopole per l’acqua piantata nella schiena.
      L’arte richiede sacrifici.

  2. bèh, che dire? io che sono una pisciona di bagni ne ho visti parecchi.
    i peggiori naturalmente, e fin qui non credo di dire cose da primato, li ho trovati a Parigi. Su Berlino sono d’accordo, li hotrovati civili anche in posti sgangherati.
    Tuttavia anche in italia mi sono ritrovata in luoghi che noi umani…ricordo ancora uno a porta palazzo per entrare nel quale ho dovuto superare, chiavi alla mano datemi dal barista, più porte di più sgabuzzini chiusi uno dentro l’altro. L’effetto di per se era già particolare ma non ti dico quando aperta l’ultima porticina vi trovo un cesso racchiuso in un ambiente talmente piccolo da contenere a stento la posizione di donna…e qui mi intendo. Ma il peggio è che ad un tratto si è levato un nugolo di moscerini che …ma perchè vi devo raccontare ste cose? vabbè ora mi concentro intensamente su quello di casa che è “the best and tidy one” e non ripercorro la galleria degli orrori che mi hai riaperto nella ram…

  3. La foto all’ultima insegna mi ha fatto morire. :mrgreen:
    Quello di Berlino è un bel bagno, ma credimi… se vedessi uno dei bagni dei centri commerciali o dei locali di Tokyo cambieresti idea: secondo me sono una delle cose migliori di questo paese, in assoluto. 🙂

      1. No, non tutti, ma molti sì… hanno un pulsante che fa rumore di sciacquone, per coprire altri rumori fisiologici. Sai com’è, le giapponesi sono ossessionate dal pensiero che qualcuno possa sentirle urinare/defecare; senza quel pulsante consumano litri d’acqua per coprire i rumori con lo sciacquone (giuro!). Hanno la pipì timida, povere stelle! 😛
        Ok, se mi ricordo farò una foto!

        1. hagane, io ho una curiosità pazzesca per sti wc/bidet riscaldati…la tavola riscaldata presume che ci si sieda ‘o veramente…e poi davvero uno riesce a farsi un bidet con un getto che parte dalla tazza del wc???? no, dico, a me per quanto igienizzati fa abbastanza orrore pensarlo!
          anche perchè buttarei al vento anni di onorati contorzionismi per evitare di toccare la benchè minima parte dell’oggetto in questione, di salviette usate per tirare lo sciacquone, aprire e chiudere la porta…naturalmente già nel gesto di fuggire lontana…

          1. Boh, io il bidè-getto d’acqua dalla tavoletta del water non l’ho mai usato… perché appunto mi fa un po’ senso. 😉
            Ne parlano bene giusto solo gli americani e gli anglosassoni, ma penso sia perché loro il bidè manco sanno cos’è. Noi italiani ce l’abbiamo, quindi di solito non rimaniamo così impressionati dal bidè automatico.
            Rimane il fatto che i bagni pubblici in Giappone di solito sono pulitissimi: molti hanno persino salviette e disinfettante per pulire la tavoletta del water e hanno altri piacevoli – quanto futili – automatismi (coperchio del water che si alza da solo, suono registrato per coprire i rumori fisiologici, tavoletta riscaldata, eccetera). Ah, e poi quasi in tutti c’è il sapone, l’asciugatore automatico, acqua calda, a volte distributore automatico di spazzolini e/o assorbenti, zona con grandi specchi per truccarsi – nei bagni delle donne – eccetera. Insomma, sono proprio belli. 🙂

              1. LOL, ma valà! 😆
                Qui hanno la tavoletta del water riscaldata, ok… e poi le case sono SENZA RISCALDAMENTO e non isolate (di questo sto parlando nel post che sto scrivendo adesso): si scalda con le stufe a petrolio o con l’aria condizionata, d’inverno si gela lo stesso. Stupido Giappone. 😛

  4. ahahahah esilarante il tuo post! Io ho visto dei bagni bellissimi nientepopodimeno che nelle autostrada austriache e tedesche. Ebbene sì sembra strano a dirlo eppure è così: ho dovuto chiudere e riaprire gli occhi parecchie volte prima di convincermi che era tutto vero. Addirittura c’è lavoletta del wc che gira a 360° passando dentro un igienizzatore che pulisce e tempo che la tavoletta ritorna al suo posto è già bell’asciutta e pulita. Poi distributori di qualsiasi tipo, dagli assorbenti, agli slip, ai condom… che dire in Italia se vai in bagno in autogrill devi sperare di non prenderti il tifo o di non uscire con la parte bassa dei pantaloni di un altro colore… 🙂 E anche i wc dei locali, come dici tu, non sono da meno.

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