Siamo arrivati al punto che se a Heidi le sorridevano i monti, io non mi sento da meno.
E dunque anche semplici azioni quotidiane non sono più neutre per me e perfino un vecchio ascensore pare volermi mandare un messaggio chiaro…
A quanti anni è che i bambini imparano a leggere?
Ohhhh Issa!!!!
Lo so che forse è più adatto a qualcuno che tira sù anziché di qualcuno che debba spingere… Però lo associo allo sforzo collettivo. Perché anche noi spingiamo forte con te!!!
Avevi reso bene l’idea comunque!
Furba l’affittuaria, aspetta la primavera 🙂 Ma oramai è arrivata. Per favore non Benedetta, ne basta una (televisiva)
Ok, non Benedetta allora
Non invidioti per nulla!!!!
Ne parliamo dopo, would you mind?
Dai che manca poco!!!! 🙂
…sembra l’eternità però…
…e ti credo!!!
ma una prova di induzione al parto?
nel pleistocene si usava….
🙂
(intendo dire che dalle mie parti alla 40esima ti facevano una flebo di ossitocina ed espellevi anche i calcoli renali!)
qua mi sa che non è questione di spingere ma di mollare. un respiro…
spingere e soffiare, spingere e soffiare!! se dovesse servire, anche dal mio terzo/piano/senza/ascensore un aiuto…
splendida la scelta della foto…..certo che tu devi essere proprio comoda se la creatura non se ne vuole uscire…
La foto l’ho scattata in una stazione della metro. Mi immaginavo lo sconcerto di quello che sceglie il tramezzino perchè ha fame e poi non ha neppure tutto il tempo che gli serve per prendere a botte il distributore, perchè magari poi passa la metro e la storia finisce lì.
Piccoli drammi quotidiani.
Come diceva mia nonna, quelli sono dolori che si dimenticano. Tranquilla.E’ da poco che ho scoperto il tuo blog e mi dispiace che per un po’ avrai altro a cui dedicarti. Ma sarà ben più importante!