Che io abbia sempre avuto un senso lato del vestire è noto anche a chi NON mi conosce.
Luca ancora prova vergogna per quella volta della salopette di jeans, Piggy mi rinfaccia le ballerine argentate (ma non era colpa mia) e la mia stilosa ex capa una volta mi disse: “Domani c’è quella riunione importante, cerchiamo di vestirci bene”. Per darvi l’idea.
Io contesto a lor signori che ce l’ho un mio stile, che può piacere o non piacere ma è pur sempre uno stile. C’è un leitmotiv in quello che indosso, fosse anche la non stiratura, ma c’è.
Come già ebbi a dire (qui), mi fisso spesso con un capo di abbigliamento e metto solo quello per mesi, per poi buttarlo non tanto perchè io non lo sopporti più, ma per tenere in piedi amicizie e matrimonio che non ce la fanno più a vedermi vestita sempre allo stesso modo. Ma la verità è che io mi affeziono, vabbè.
Comunque una cosa che mi caratterizza ultimamente è comprare i pantaloni di una taglia più grande. Anche se questa cosa mi causa un litigio ininterrotto col marito (“Ma io non capisco, se esistono le taglie un motivo c’èèèèè…”), io la trovo particolarmente rassicurante. Mi piace pure che le persone che mi incontrano vedono che il pantalone mi va grande e mi dicono: “Ma sei dimagrita?” Ed io sorrido, inclino la testa da un lato e dico: “Mah, un po’…”.
Fatto sta che ieri mattina, vestendomi per uscire, mi sentivo una stupida. Cercavo dovunque il mio solito paio di jeans e non li trovavo. Ma a lavare non erano, sul mobile davanti al letto neppure, nel cassetto non c’erano (maffiguratevi se li mettevo nel cassetto!) e non erano nel mio armadio.
In questi casi la risposta è molto semplice: li ho lasciati in giro per casa. Solo che non ci si mette molto in una casa di 55 mq a sapere se i jeans sono rimasti in giro oppure no. Ed i miei jeans in giro non c’erano.
E allora mi sono tornate in mente le parole di Edna (che alcuni di voi se la ricorderanno in questo post qui) che il giorno prima mi aveva chiesto:
“Questi sono pantaloni di Dalio?” ed io le avevo risposto “No Edna, sono i miei, lo sai che amo vestire un po’ larga…” “Ahhh” aveva chiuso il discorso lei.
Ma con un gesto che è valso più di mille parole, Edna ha appeso comunque i miei jeans tra i pantaloni di mio marito. Ho capito, ho capito, Edna, sei stata chiara. Butto anche ‘sti jeans. Però cheppalle.
capisco, cacchio se capisco…
anch’io, cacchio, anch’io…
(e da qualche parte dovrei ancora avere un asciugamano di linus, ma davvero di linus, nel senso che c’era su una vignetta dei peanuts con scritto “happiness is being one of the gang. l’ho portato in giro per il mondo.)
io ho quello dei puffi, con un bel puffo con il surf. c’ho fatto tutte le route in clan (era quello che – bilancia alla mano – era il più leggero). ora diventerà di mia figlia
Qualcuno invece se la ricorda per la commiserazione che aveva nella voce nell’apprendere che la ultratrentenne che aveva di fronte non fosse sposata, e NEMMENO fidanzata.
Roba che manco un intero barattolo di nutella ti aiuta a riprenderti!
In effetti l’altro giorno via Skype Edna è stata agghiacciante.
Mi sentivo inadeguata io, pensa tu…
Anche a me piace indossare sempre gli stessi pantaloni cambiandoli solo per il lavaggio ma possibilmente con un paio di pantaloni simili. I vestiti diventano la nostra immagine ed inoltre diventano comodi nel indossarli. In fondo avere uno stile penso significhi averne UNO non tanti.
Appunto, Rodixidor, appunto!
E poi scusa ma nei cartoni animati mica i personaggi cambiano mai vestito…?
ma a loro è risparmiata l’onta di puzzare.
… Xchè é un’onta ???????
è perché sei magra, tesoro, che vesti una taglia più grande. io invece son delle battaglie per entrare nelle braghe quelle piccole, mica per metterle poi, solo per sfida, per dire “adesso che le ho chiuse ti pare che non le compro?” oppure di quelle che le compri perché adesso chi le riapre è bravo e urli dal camerino alla commessa taglia trentasei “le tengo addosso, grazieeeeee”.
Comunque quei pantarei ti stanno benissimo.
e guarda che jeans (semi cit)
Insomma … Sostieni da sola l’industria del fashion …
Una volta la donna delle pulizie di mia madre mise il perizoma di una mia morosa nel suo cassetto. Ti dico solo che ha le caviglie di un cavallo da tiro Avellinese (mia madre ovvio).
Inutile dire che da questo punto di vista sarò sempre dalla tua parte! Nn potrei essere più d’accordo. Infatti il rapporto con i miei jeans è straordinario! con loro nn solo parlo ma, a forza di metterli per mesi, ho notato che camminano da soli! (Mai verso la lavatrice ad ogni modo, deve esserci un campo magnetico o qlcs di simile,,,).
Ma secondo te un po’ del ciambellone torinese di Gra ci arriva fino a Roma? E soprattutto adesso che hai sgamato la diffusa pratica di comprare taglie morbide (alla Pio Barone a Napoli), come faccio a dire che nn me ne ero accorto????
Sgrunt
Guarda se il ciambellani arriva o no non ne ho idea, però mi sono sempre chiesta: le taglie si chiamano “morbide” per quello che c’è sotto?
Grande dilemma.
E sappi che l’aver pronunciato “pio barone” mi ha aperto un mondo di ricordi.
aaahhhh, che belle le taglie coMfort!
esprimiamoci paffuti!
carissimo! certo che se ci foste stati voi a dividere il ciambellone con me sarebbe stato tutto diverso! 🙂
intanto M. avrebbe avuto una qualche ragione a comprare una taglia di più!
io invece sono come edp…compro stretto perchè penso sempre che poi agisca sul mio ego e mi induca alla dieta.
quanto ai pantaloni perenni, in quello può capirvi mio figlio.
da marzo ha su sempre gli stessi bermuda.
radioattivi.
Ma bermuda nel senso che nella gelida Turin veste scosciato da marzo?
proprio così!
a marzo ha fatto una settimana caldissima, estiva, e tutti gli adoloscens se sò messi in maniche corte e bermuda.
Che poi sia tornata la neve a 600 mt e una temperatura di 6 gradi in città, poco glien’è importato. Ormai stanno così e non c’è verso di fargli anche solo mettere una felpa!
(E tosse e bronchiti nulla possono eh!?…Si sente la disperazione?)
ma come ho potuto non iscrivermi prima d’ora, qui?! 😀 coraggio… mia madre ha il tuo stesso piccolo problemino… solo che non riesco a sottrarle i suoi amati cenci, ognuno dei quali ha un valore inestimabile per lei.
Tenere che non siete altro.
no, scusa e? ma volevo disseminare anche qui gli aguri all’antimateria! se posso permettermi… 😀
la disseminatrice!