Nell’economia di una vita

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Queste scarpe a mio marito non piacciono ed è terrorizzato perché mi conosce e sa che oramai le indosserò fino alla loro completa distruzione, dopo di che le libererò in qualche cassonetto per vestiti usati.

Se fosse più in forma mi farebbe la guerra su queste scarpe, ma ora no.

In un momento come questo, densissimo di cose, dove le giornate sono scandite dalle visite ai mattonellari, agli impiantari, ai burocrati per fare la dichiarazione inizio lavori; dove dal suo zaino da ufficio escono bavaglini, metro di ikea, mazzetta con le vernici diverse ed un sonaglino e invece la sua moleskine nera resta a casa per errore; dove facciamo ripetizioni serali di yoga per sopravvivere alla convivenza con i suoceri (e per farli sopravvivere a noi…), ecco in un momento come questo le mie scarpe sono l’ultimo dei suoi problemi e quindi quasi non se ne cura.

Ma l’altro giorno, al lago con Francesca e Fe, la vita lo ha messo alla prova.

Quando a fine giornata, tornando verso la macchina, Francesca mi chiede “Ma hai dimenticato qualcosa?” Ed io rispondo: “Certo che no, non ho dimenticato niente”, non ci abbiamo messo molto ad accorgerci che ero… scalza.

Pensate il povero marito, dilaniato tra lo sconcerto per una moglie così diciamo-sbadata ed il fremito di desiderio che avessi davvero lasciato quelle odiose scarpe la lago…

Ma io ti dico, caro marito, che nella vita si cresce proprio superando prove come queste.
E, per rubarti una frase che ultimamente mi dici sempre: “Ma nell’economia di una vita, cosa vuoi che importi che io un giorno sono uscita dimenticando qualcosa… e quella cosa erano le scarpe???”

29 risposte a "Nell’economia di una vita"

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  1. Io fossi scalzo me ne accorgerei subito, indosso i calzini anche ad Agosto! Tuttavia una volta stavo andando al lavoro in pigiama. 😀

  2. ehm…io uin paio di anni fa, in autunno, mi sono alzata (stile zombie come al solito!), mi sono lavata e vestita con pantaloni, camicetta e maglioncino x affrontare la lunga giornata lavorativa.
    Come al solito ero un po’ in ritardo, quindi sono corsa giù dalle scale fino in garage, l’ho aperto ed ho poggiato il piede al di fuori di esso…allora, trovandomi con il calzino zuppo e il piede raggelato mi sono accorta che non avevo messo le scarpe!
    Capita…non solo a me a quanto pare 😉

  3. “nell’economia delle cose cosa vuoi che sia…”
    sento che mi attaccherò a questa frase per il resto dei giorni a venire. Mi dà fiducia, non colpevolizza e soprattutto non ammette di dare importanza alle miriadi di stronzate che faccio. Tu lo sai che per te è un periodo, ma io che nasco sbadata, faccio i conti tutti i giorni con l’idea di mettere sotto un pedone perchè attratta dalla cornice di una finestra o da un tipo avvenente (spesso, evitato per concessione del Padreterno il pericolo, ho pensato di rimettere la patente alla Prefettura come se mi stessi costituendo antetempore. Però poi dell’orrendo mezzo è difficile fare a meno!).
    Del repertorio “scarpe” quella che ricordo con più affetto è quando sono andata in ufficio con due scarpe diverse. Capisco che ciò richieda la seguente spiegazione: erano due decolletè simili, una blu e una nera. Si differenziavano solo per un cm di tacco e io per tutto il tempo ho creduto di avere l’anca disarticolata prima di arrivare a guardarmi i piedi. Quando si dice una che si rimira.
    L’altra vicenda scarpiera non la cito perchè è ai limiti della Legge Basaglia.

    1. già parlammo del fatto che il pedone che si butta anche sulle strissie è in pericolo, ma questo non lo credevo.
      Uomini avvenenti?? A Torino? Ma non hanno tutti il pizzetto alla Cavour?
      Bella quella delle ballerine… certo noi avevamo un collega che veniva in giacca e cravatta in ufficio ma dimenticava spesso la giacca, ricordi?

      1. Ultimamente c’è una recrudescenza di fighi.
        Il guaio è che io mi calamito mica perchè penso che mi piacerebbe l’approccio…nooooo…penso “ah, guarda, questo potrebbe essere Ludo da grande!”.
        Uhhmm…chi? Il dubbio su 4 o 5 persone mi fa capire che non sono poi l’attenta osservatrice che pensavo! (Ponimi almeno l’iniziale di nome e cognome!) 😉

  4. @roxidor: purtroppo confermo che è vero che aveva dimenticato le sue magnifiche scarpe.
    tanto magnifiche che ho pensato “noooo, non saranno mica sue…”. e invece si.

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