
La cosa bella dell’accudimento è che non c’è un modo unico di accudire, ognuno lo fa come gli viene meglio.
Ma l’accudimento, quando è vero accudimento, alla fine è tutto uguale.
Alcuni dei miei amici sono dei puristi e si collocano fieramente nel mainstream dell’accudimento. Parlo di Raimondo e Sara oppure di Enrica: loro ti ipnotizzano e tu non senti più bisogno di essere altrove.
Luca invece accudisce in un modo strano. La prima volta che ha iniziato ad accudirmi, più di venti anni fa, lo ha fatto facendomi perdere l’ultima metropolitana a Vienna e costringendomi così ad aspettare quella delle 06:00.
Claudia accudisce semplicemente imparandoti a memoria. Meglio di chiunque altro. Meglio anche di te stessa. E continuando perennemente a farsi raccontare della questione palestinese e a spalancare gli occhi (sempre nello stesso modo) ogni volta che entra in scena Ben Gurion.
Davide una volta aveva provato ad accudirci cucinandoci una salsa rosa, ma gli era andata male. Molto. Da allora ci accudisce, ma da lontano.
Alberto mi ha stupito, perchè il suo modo di accudire è stato portare una bottiglia di vodka una domenica alle cinque di pomeriggio, quando era chiaro che l’invito era per “un the con castagne a casa“. Però in effetti, alla fine, aveva ragione lui.
Bepo mi ha acccudita molte volte in tutti questi anni. L’ultima, in particolare, me la ricordo bene. E se la ricorda bene anche la cameriera newyorkese del ristorante al 38esimo piano. Ne sono piutosto sicura.
Lucrezia e Anna accudiscono mandandomi i riassunti delle estenuanti chat di classe, perchè lo sanno che io non riesco a starci dietro. Anzi, loro lo sanno che non ho nessuna intenzione di starci dietro e ci tengono che non mi perda l’essenziale.
Simone, a sorpresa, accudisce con messaggi di impercettibile affetto, la notte dell’ultimo dell’anno.
Federico mi accudisce sostenendomi. Soprattutto quando gli dico che in verità sto benissimo e lo ringrazio, ma proprio quella volta non ne ho bisogno.
Fabio mi accudisce continuandomi a invitare a convegni difficili e dando per scontato che io possa capire.
Simona, invece, accudisce con il bello. Tutto è bello attorno a Simona. O forse tutto diventa bello attorno Simona. Non l’ho mai capito.
Laura accudisce dando baci a ripetizione sulla guancia e, quando sente che quella è l’unica cosa da fare, lo fa in qualsiasi situazione e davanti a chiunque.
Riccardo accudisce quando deliberatamente si mette a parlare dell’unico argomento su cui ridiamo ben oltre le lacrime, finchè ci inizia a far male la pancia…proprio come dei bambini.
Piggy mi ha accudito dal primo giorno che mi ha incontrata, ed è incomprensibile se sapeste quanto eravamo diverse io e lei a quei tempi. E il suo modo di accudire è perfettamente in linea con la sua cintura nera di taekwondo: ha preteso che mi sfilassi le ballerine dorate di mia madre, direttamente la prima sera che ci siamo conosciute, proprio lì su quel balcone.
Gabriele e Stephanie ci hanno accudito così tanto …che gli abbiamo finito tutte le noci.
Io ultimamente accudisco sbucciando mele per tutti, a fine pasto. Mi piace moltissimo mettermi lì e sbucciare mele per gli altri.
La prima volta che X & T ci hanno accudito sul serio è stato quando ci hanno chiesto aiuto per affrontare la malattia insieme.
Giuseppe mi ha accudito una sera, scrivendomi “Sono commosso”.
Il marito mi accudisce quando vede che vorrei essere un po’ più forte. E allora fa roteare gli occhi e mi dice: “Ma dai… ma guardati bene: non è neanche minimamente la cosa più difficile che hai fatto! E dato che ti trovi in piedi, per cortesia, mi passeresti quel bicchiere?”.
Ljuba è un po’ come Piggy, mi accudisce di default. Anche lei è cintura nera: di zuccotto con zenzero candito.
Roberto ha iniziato ad accudirmi da quella volta che eravamo seduti attorno ad un tavolo giallo e mi ha chiesto perchè non permettessi mai a nessuno di accudirmi veramente.
Gli Zoi accudiscono quando fanno discorsi importanti davanti al lago.
Quelli del mercoledì accudiscono venendo tutti i mercoledì.
No, perchè io vorrei vedere voi a venire tutti i mercoledì… E l’accudimento massimo è quando noi non glielo avevamo detto, ma, ecco, dunque… quel mercoledì noi, ecco… noi avremmo… insomma: noi usciamo! E allora loro si cucinano, ci mettono a letto i bimbi e ci aspettano.
Ve l’ho detto: vorrei vedere voi…
Tony accudisce quando è tra il passabilmente-sobrio e l’abbastanza-alticcio. Da sobrio è troppo architetto e da ubriaco, ecco quello non si chiama più accudimento. Chiedetelo agli osti.
Ma venendo a noi: c’è qualcuno a cui va una mela?
Ricorda sempre come ho accudito il tallone di Luca.
Comunque lo sai che quando serve…. servizio accudimento in arrivo. (Anche se non ricordo minimamente della salsa rosa, ma forse è un bene)
Si chiama rimozione.
no, per fortuna era solo aggressione, non rimozione
ah giusto. menomale.
E comunque povero Tallone
Pensa come poteva essere la tua vita se prendevi quella metro o non toglievi quelle ballerine…. oggi invece di essere quella che parte con uno zaino orribile potevi essere lo zaino. o il pupazzo.
eh.
ma anche voi sareste stati peggio.
oppure niente
anche…
La collocazione temporale del messaggio è casuale. Ribadisco che sono contento che sei viva. Non so se è impercettibile affetto. A me sembra un mix di fiducia e pervicace darwinismo.
(Marito uno di noi forever!)
La datazione temporale è solo per poter avere una prova provata che è succssso.
E poi non parlavo di te.
Molto maturo il tuo Gnegnegne.
ti prego ascoltala.
gnegnegnegne (credits Cristiano)
Che perla! Non la conoscevo
io passo. Ma grazie 😉
Sbucciata, è qui…
La verità è che non lo faccio a sufficienza. Vorrei e dovrei farlo molto di più. Forse un giorno riuscirò a recuperare :**********
ma tu hai già dato. spuoi vivere di credito ancora un po’.
ma ti ricordi quando mi hai portato alla casa al mare, quell’inverno freddissimo?
❤️
Ma che bellezza quartopiano. E bentrovata. Non c’entra niente con il fatto che sia qui ora, ma qualche giorno ti ho pensata e mi son detta chissà come stà.
Sta si scrive con l’accento? Diobuono non scrivere per anni fa questo effetto.