Ieri sera Raimondo ha chiesto una mozzarella in carrozza e mi ha fatto fare un tuffo nel mio passato!
Se penso a quanti e quali piatti mangiavo da bambina e poi, con l’andare del tempo, ho perso per strada mi prende una botta di tristezza. Ora non voglio esagerare con l’amarcord, però sicuramente la mozzarella in carrozza era uno di quei piatti di cui ho fatto scorpacciate per anni ed anni e che poi, da un momento all’altro, si sono estinti nella mia vita, inspiegabilmente, un po’ come i Dodo.
Mi viene da domandarmi chissà da quali altri novelli piatti sono stati soppiantati i primi e mi chiedo anche se alcune cose che mangio frequentemente oggi tra qualche anno spariranno e non le mangerò praticamente più.
Mi piacerebbe sapere, poi, se c’è stato un boccone di “mozzarella-in-c.” che ha fatto inconsapevolmente da spartiacque dando vita all’era “mozzarella-in-c. free”. Oppure se possiamo evidenziare delle differenze di comportamento nella mia vita pre e post annus mirabilis o se, semplicemente come direbbe Benni, ho raggiunto più precocemente di altri il mio bonus vitale individuale di mozzarelle-in-c., oltre il quale semplicemente non me ne spettavano più.
Chissà cosa… però c’è di fatto che qui sono i fatti a parlare, ci sono i numeri, carta cantat!
Per non dirvi, poi, che se allarghiamo il quadro, la situazione acquista una luce sinistra, perchè non è solo questo piatto che ho perso per strada, ce ne sono diversi e quelli che mi addolorano di più forse sono la pasta e piselli, la genovese, la torta panna e pesche e le uova al pomodoro.
E non c’è niente da fare, nella rapporto che hai con un piatto c’è un apice di intimità che ti è permesso raggiungere e, quando quel momento passa, puoi metterti a rifarlo mille volte con tutta l’attenzione del mondo, ma non riuscirai più a fargli avere lo stesso sapore un po’ consolatorio di sempre, sarà un buon piatto, d’accordo, ma lo tratterai con distacco come fai con tutti gli altri.
E quindi anche l’altra mattina che, sola soletta, mi sono potuta permettere un attacco saudade, l’uovo con la salsa era buono, è vero, ma era come se non avesse avuto anima.
La mozzarella in carrozza è in assoluto il piatto che più mi manca tra quelli che mi preparava mia mamma da bambino, uno di quei sapori evocativi che ti fa venire in mente immagini nascoste negli angoli più reconditi della mente. 🙂
E’ proprio come dici tu. Chissà che sapore aveva la mozzarella in carrozza per le mamme quando ce la preparavano…
La mozzarella in carrozza si estinta dalla dieta di tutte le post-adolescenti che hanno cominciato a contare le calorie per non essere costrette a contare i kg di troppo.
La voglia di rimangiarla ogni tanto ricompare, ma poi pensi al culone che lievita e la rispingi nel dimenticatoio. Triste ma vero.
Ma non sei stata tu che mi hai impunemente scritto che un “culo senza cellulite è un culo di uomo”?
Sei una bandieruola al vento.
si, ciò non toglie che se da dietro ti scambiano per un orso non è una bella cosa.
Non sarebbe ovviamente il mio caso, nevvero?
giammai!
L’unica mozzarellaincarrozza che ho mangiato in vita mia è stato di nascosto.
E per l’appunto con un amico napoletano.
Si, di nascosto. Anche a me stessa.
Che non avevo il coraggio di dirmi che davvero stavo mangiando quella cosa lì… bandita da casa mia già dalla stessa mia madre al pari dei croque-monsieur.
Dell’esperienza m.i.c. mi resta che l’amico valeva la pena.
Ah si si, anche la serata è valsa la pena! 🙂
Non avessi avuto quel peso sullo stomaco…
eeeh… melanconia culinaria!
Cominciamo col dire che sarò breve (deformazione professionale – altrimenti tanto varrebbe scrivere un proprio blog, anziché infestare quello altrui).
Io la mozz-in-c l’ho scoperta da Pasqualino a p.zza Sannazzaro. Mia madre, romana di nascita ma di origini bolognesi (ebbene sì), nn l’ha mai cucinata e io ho avuto visioni paradisiache a cominciare dal ginnasio quando ho scoperto anche i friarielli insieme a tanti altri ben-di-Dio….e si è visto, prima ero un bel giovine…
Ritengo tuttavia che, come il “pane e frittata” di Basilicata coast-to-coast, anche la mozz-in-c sia da associare al luogo dove te ne innamori, sia esso casa tua, ad opera di tua mamma, oppure da Pasqualino, cambia poco.
Alla ricerca della prima sensazione stordente ricercherai quel sapore in altre pizzerie ma forse, col passare del tempo e dopo diverse delusioni, alla fine la tua vita rischierà di diventare mozz-in-c free perché, a forza di “intossicarti” con mozz-in-c cattive, preferirai conservare nn tanto il sapore di quella originaria, ma almeno un bel ricordo.
raimondo, mi hai sorpresa.
no, non sei tu, esci da quel corpo o saggio asiatico del III sec aC!! 🙂
…ma guarda che Raimondo assomiglia già ad un saggio asiatico del III sec aC. Almeno secondo alcuni.
La tua autorevolezza è così aumentata dopo questo tuo scritto, che se mi dai anche dei numeri, esco subito e me li gioco.
Vabbe’, ho “pesantizzato”… è che ‘sta storia della mozzarella in carrozza m’aveva preso! Cercherò di nn fare più considerazioni saggio filosofiche 😉
Quanto alla mia assimilazione fisica cn saggi del tempo che fu, pizza a parte, avrei iniziato una bella dieta tra i propositi del nuovo anno! Se no diventerò quanto il venerabile Buddha, buonanima!
Ma io pensavo più che tu assomigliavi a gengis khan, piuttosto che a budda…
io veramente avevo in mente confucio (e felice)!
🙂
Questa è bella tra, ma come ti vengono??
madonna quant’è vero.
Che ricordi che mi hai risvegliato..il pane anfusso, la mozzarella in carrozza, le uova col pomodoro, le patate fritte col rosmarino.
*lacrimuccia*
Ma perché sono spariti… Perchéééééé???
ma soprattutto: ora chi li sta mangiando al posto nostro????
Mi hai fatto venir voglia di m.i.c.
MA non la mangerò, nemmeno di nascosto, perché poi le calorie che ingurgiterei non si nascondono e se ne vanno dritte sulla mia trippa sui fianchi, che chiaramente non si nasconde.=P
Ciao!
Neanche adesso che si avvicina l’autunno e che per qualche giorno ti puoi mettere una maglietta un po’ “???
Comunque forse fai bene, perché tanto oramai buone come una volta non se ne trovano più… tanto vale il ricordo!
io sono vissuta serenamente ignorando financo l’esistenza della Mozzarella in Carrozza, poi improvvisamente Ella ha fatto ingresso nella mia vita ma non nel ruolo “mangiatela” bensì in quello “preparala” tant’è che poco tempo fa mi è toccato farne credo una ventina, poi le ho viste uscire di casa ben impaccate con un saluto del tipo “grazie mamma” e adieu
Vabbè, ho capito, ma oltre a quelle venti quante ne avevi “stipate” per te sotto banco?
come puoi dire una cosa simile!? nessuna ovviamente!
e considera che avevo fatto anche tartine e vol au vent!
Scusa, pensavo che conoscerti potesse essere un inizio.
Gli altri credano quel che vogliono, ma io “so”
venezia e mozzarella in carrozza. ti ci porto io.
A me succede esattamente il contrario se una pietanza dimenticata [e quante ne ho acciderboli 🙂 ] mi si ripropone per caso o perché qualcosa me lo ha fatta ricordare, rimangiarla mi da comunque un brivido di godimento…magari anche pacato ma gli occhi li chiudo e sorrido!
…e allora devi pensare che hai un dono…