L’ex ragazzo di mia sorella

scusa se ho sbagliatoLe cose sono due: o questa scritta su una casetta della Villa Comunale di Napoli l’ha scritta l’ex ragazzo di mia sorella oppure deve averla scritta un genio.

Ero pazza dell’ex ragazzo di mia sorella. Lasciate stare che ora per privacy all’ennesima potenza resterò sul generico, ma vi assicuro che se nella vita c’è una persona che andrebbe conosciuta da chiunque legga queste righe, bè questa persona è lui.

Quando l’ho conosciuto era uguale a Mika (non so se mi piace l’uno per via dell’altro oppure l’altro per via dell’uno) per poi ritrovarlo due anni dopo al mio matrimonio uguale a Stallone. Non so perchè nè come è riuscita ad avvenire questa metamorfosi, certo è che lui doveva sempre assomigliare a qualcuno.

Non posso raccontarvi della volta in cui a carnevale, chiuso in macchina, è stato talmente bersagliato dalle uova marce che siamo dovuti andarlo a salvare due ore dopo perchè quei ragazzi non lo lasciavano uscire, delle 21 arance giornaliere, della serranda, di quando fu rianimato da rapinatore che gli diceva “è cos’ e niente” dopo essere svenuto durante la rapina e di tutte le volte che mio padre andò a recuperarlo perchè non aveva ancora capito come funzionava il serbatoio gas/benzina. Vorrei ve lo giuro, ma non me la sento. Sappiate che tutto quello che gli accadeva era unico ed irripetibile e dai suoi racconti era sempre così tanto drammatico che non te la sentivi di dirgli: “Ma questa è la cosa più pazzesca che ho mai sentito, ti prego posso raccontarla tra qualche anno in un blog?”, tu restavi lì a compatire questo destino avverso che lo perseguitava.

Però farò un’eccezione e vi racconterò della scritta sul muro che, in un momento di romanticismo sommo, pensò di dedicare a mia sorella.

Una notte, con la sola compagnia di uno spray, si appartò in una strada cieca del centro di Napoli, una strada che non porta a nessuno ed a niente e che quasi neppure i residenti sanno che esiste. Bene, non lo aveva per nessuno, ma quella strada per mia sorella aveva un valore particolare, in quanto da neonata aveva abitato in una delle finestre del palazzo di fronte. Non so di preciso cosa le avrebbe voluto scrivere, se un semplice “Ti amo” oppure se qualche frase che poi io, ignara, negli anni avrei fotografato. Fatto sta che che si mise a scrivere nel più totale silenzio e in penombra, fino a quando non fu illuminato da due luci celestine.

Non abbiamo mai capito come mai la polizia quella sera avesse deciso di fare capolino in quel fazzoletto di Napoli, ma fecero bene, perchè lo presero ancora con le dita sporche di nero per le prime parole scritte (neppure tutte…) e lo portarono in questura. Essiccomeche il fanciullo abitava fuori città e la mamma non avrebbe mai capito, nel cuore più nero della notte arrivò una telefonata a casa e mia madre atque mia sorella lo andarono a recuperare, garantendo non so in che modo che avrebbe “ripristinato” lo stato dei luoghi.

Cornuto e mazziato dunque, povero, perchè mia sorella non è una che si intenerisce davanti a queste cose, ma è di quelle mamme che quando il bimbo cade gli dicono “Ora ti dò anche il resto!”.

Quando ho visto questa scritta per strada qualche mese fa per prima cosa ho pensato: “Guarda che genio, guarda che creatività… questa scritta  lascia a noi fare il sudoku (come avrebbe detto il mio vecchio capo quando non capiva). Per me la frase esatta è “Scusa se ho sbagliato, ma il proposito era buono”.

Però, vi confesso, che il mio pensiero è andato anche a lui, al mio preferito. Ora io non so quali storie riempiono la sua vita e se ha fatto qualcosa di sbagliato verso una fidanzata che vive guarda caso proprio alla Riviera di Chiaia di fronte alla scritta, certo è che con un brivido lo vedo vivere nuovamente una scena vissuta: oscurità, spray nero, lucette della polizia, però questa volta me lo vedo che scappa, corre come un atleta con la bomboletta in mano per tutta la Villa Comunale, fino a saltare le cancellate lasciandosi dietro i due poliziotti urlanti. E che diamine, ci deve essere una rivincita nella vita o no?

35 risposte a "L’ex ragazzo di mia sorella"

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  1. secondo me era una scritta politica…scusa se ho sbagliato ma il proporzionale proprio no. Meglio il sistema uninominale…poi è arrivato uno dell’UDC e l’ha dissuaso ad andare avanti…

  2. Scusa se ho sbagliato, ma il propano non sarebbe dovuto esplodere facendo un barbecue della tua casa e di tutti i tuoi parenti riuniti per il 90° compleanno della nonna

  3. Scusa se ho sbagliato ma il propinarmi continuamente Maria de Filippi per compiacere tua sorella , quella si che è stronza, mi ha fatto lanciare il televisore dal balcone.
    La prossima volta li centro i passanti.
    Promesso.

      1. Hai presente il “giorno prima del giorno di Ischia”?
        …è stato soppiantato da “la sorella della sorella”

  4. Scusa se ho sbagliato ma il prop-po stroppia.
    Scusa se ho sbagliato ma il propp diceva pure lui un sacco di minchiate.
    Scusa se ho sbagliato ma i’ propp nun teng voglia e te spusà…
    Scusa se ho sbagliato ma il propp nun riesco a avutà paggina..
    Scusa se ho sbagliato ma il prop … ppporca miseria m’hanno rubato la macchina!
    Scusa se ho sbagliato ma il prop…ma se sto muro era un foglio l’avrei già accartocciato mille volte!

  5. Successe anche a me una cosa simile in adolescenza. L’artefice fu il primo fidanzatino (magro da star male e senza barba) che mi ronzava attorno. Per non dirgli “brutto vandalo”, quel giorno buttai giù il boccone amaro e, in ben che non si dica, mi affezionai presto a quelle parole…beata gioventù!

  6. Forse è diventato stallone per poter scappare dai poliziotti nel momento del misfatti! tanto, data la sfiga che lo perseguita, l’avrebbero trovato perfino dentro la propria camera.

    E secondo me la scritta diceva “Scusa se ho sbagliato, ma il prop… rietario mi ha scoperto”. 😀

  7. ci tengo a A) complimentarmi con tutti i “commentatori”… veramente degni delle Tragedie in due battute di Campanile, meriterebbero di essere pubblicati in una apposita raccolta e poi ci tengo a B) sottolineare che quel luogo era patrimonio dell’umanità avendo ospitatto la scena di Troisi e Lello Arena che soffre e schizza sotto la pioggia…

    1. Ma tu, sommo tra i sommi commentatori però, non ci hai detto per te come continua la frase.
      Hai ragione sul luogo. Ti ricordi quante chiacchierate ci siamo fatti su quelle panchine con le persone che portavano i cani a fare la cacca? Dico, ti ricordi, quel prato spelacchiato?

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