Cucino.
TAC
Li sento parlottare in salotto.
TAC
sdsfjfoigèiavavfav foasfsiviuarbuiab alkrnoairn.
TAC
Non sento che si dicono, ma è un parlare concitato.
TAC
Io intanto cucino: un po’ di brodo, abbasso il fuoco, copro.
TAC
Dal salotto arriva sempre quel vociare un po’ carbonaro.
TAC
Non resisto. Mi avvicino, devo: origlio.
Marito e dissenatrice testa a testa. Il marito le diceva: “Dai Bibi, adesso accendiamo la luce, ma per l’ultima volta. Poi la lasciamo accesa, va bene?”
“Ti”.
TAC
“Bravissima, adesso vieni qui che vediamo cosa succede nel libro…”
TAC
“Bibi!!!!”
TAC
avete un albero in casa. cioè, un tronco. anche voi. cioè, noi lo abbiamo avuto per undici anni, con le “foglie” fatte da tronchetti da camino tagliati a circoletti sottili sottili, ora è andato in pensione. vedi un po’ le coincidenze.
ammennicoli qui c’è un qui pro quo.
questa foto l’ho fatta in un bar romano. moooolto carino.
non è tanto l’albero che non potremmo avere a casa, quanto tutte le luci, che al marito partirebbe la vena sulla tempia per il consumo (avendo qualcuna che oramai accende le luci a sbafo)
ah peccato. per le luci, effettivamente… beh, si possono comunque lasciare i copri-lampada vuoti, così da salvare la capra dell’estetica e i cavoli dell’ambiente. 😉
in ogni caso, gran bell’arredamento, il baretto.
..eh, quanta pasiensa!!! 😀
e siamo solo all’inizio…
Oramai è in balia della figlia, conosco la situazione 😀
tac
cmq mi viene sempre in mente quando hai fatto il pinguino (relata refero)
Wow. Bello te lo ricordi. I miei figli oramai adolescenti spesso mi ricordano quell’episodio 🙂
Eh, quando poi scoprirà i rubinetti… 😀
ti devo dire che purtroppo…