Quando si tira in ballo Napoli alcune cose si fanno molto serie.
Quando nei circoli letterari si discute di cazzimma, una delle espressioni più ricorrenti con cui la si definisce è questa: “Scrivere su un muro bianco MA CHE BEL MURO PULITO”.
Se siete nati e cresciuti a Napoli e non avete fatto in tempo a mettervi in salvo nell’età dell’innocenza, allora è molto probabile che abbiate contratto la cazzimma da qualcuno ed è certo al mille per mille che conoscete un sacco di gente che l’ha sviluppata in forme più o meno gravi.
La cazzimma è una malattia virale, perchè se ne sei stato vittima da qualcuno senti proprio la necessità viscerale di affibbiarne una dose da cavallo al qualcun altro. E se questo qualcun altro è ignaro e non se la meriterebbe: meglio.
Tra i miei amici di infanzia e quelli di senilità solo uno non ha una forma evidente ad occhio nudo di cazzimma, ed è Raimondo. Tutti gli altri ne soffrono in forme varie, da quelle molto acute e compulsive a quelle più blande e saltuarie (che secondo me sono peggiori perchè con loro sei rilassato e quando colpiscono ti lasciano tramortito). Ci sono quelli che la usano con tutti ma non con gli amici, quelli che invece la usano soprattutto con gli amici. Quelli che la usano su cose stupide e quelli che aspettano proprio l’e-v-e-n-t-o per una attacco di cazzimma senza precedenti, col botto. E quelli che sono talmente una carta conosciuta che, se esci con loro o se vai alle feste, ti attacchi in anticipo un cartello alla maglietta su cui c’è scritto: CI CONOSCIAMO APPENA.
I peggiori sono i cazzimmosi al quadrato. Quelli che prima di presentargli una persona a cui tieni gli dici in un angolino: “Me lo prometti che ti trattieni? Me lo prometti? Dai, solo con lui… non te lo chiederò mai più!” E il cazzimmoso al quadrato ti dice: “Se ci tieni, ok. Ma lo faccio per te.” E poi 10 minuti dopo zac, stoccata epocale. Ve l’ho detto che sono i peggiori. Questo è Liliuc, per fare nomi.
Comunque anche il ruolo dell’accompagnatore del cazzimmoso nella vita ha i suoi rischi, dato che tutte le persone colpite dalla cazzimma dell’amico/amica si rivolgono poi a te per scoccare quello sguardo assassino del me-la-paghi-,-tanto-vuoi-mettere-che-non-ci-rivediamo? E tu sei muta, ma ugualmente corresponsabile. Chi va col cazzimmoso… lo conoscete l’adagio, no?
Questo è quanto. Io vi ho avvisato. Tenetevene alla larga, mi raccomando.
PS. Comunque mi sto interrogando ultimamente sulla possibilità che esistano i portatori sani di cazzimma. Perchè io che ne sono inspiegabilmente immune temo di averla passata a mio marito, altrimenti non mi spiego quella volta che siamo entrati in una salumeria e lui ha chiesto al signore del bancone se conoscevano una buona salumeria. Per me questa è cazzimma. Poi fate voi.
Si vede che la mozzarella è veicolo di cazzimma…ciò spiegherebbe l’infelice uscita di Paccor dal salumiere, si sa che ne mangia in dosi industriali.
Dici che sarà il latte delle bufale di Aversa?
che poi parlar male della cazzimma vuo dire essere cazzimmosi al quadrato eh…
Non c’è dubbio… 🙂
La cazzimma è universale non è napoletana. Il pregio della duttile lingua napoletana è di aver coniato il termine per indicare uno specifico tipo di cattiveria, quella compiaciuta, quella di divertita e sfoggiata dal cazzimoso di turno. Pino Daniele la cita in una sua canzone: “… teng a’ cazzimma e faccio tutto quello che mi va …”.
Napoli è piena di personaggi a cui come nella commedia di Eduardo “o’ presepe non piace” e nemmeno la cazzimma.
Sarà come dici tu. Però secondo me nel mettere in atto un’azione di cazzimma senza sapere che quella è cazzimma c’è meno gusto.
Noto qualche germe di cazzimma anche in te 🙂
Non mi blandire…
Tuo marito è certamente dotato di (o come diceva il Vate, Tony Tammaro, conosce già la…) Kazzimma. Che gle la abbia passata tu, insieme a tante attitudini napoletane nn fa altro che concorrere a far di lui una persona ancora migliore. Sempre a patto che, come per la siddetta, ne faccia propria la sostanza. Nn è colpa di nessuno se nn sei napoletano, ma è responsabilità di ognuno fare tesoro di Napoli e dei suoi impareggiabili insegnamenti di vita. Oserei dire, con un po’ di impudenza: Napoli magistra vitae. Detto questo io sn un kazzimmuso latente. Lo sn di rado e solo con chi dico io ,ma le mie pillole sn concentrati difficilmente digeribili.
Post finito.
Bacions
…il marito ha ancora molta strada da fare. Sbarra sempre gli occhi (come la Carfagna) quando sente la parola ceneriera: è tra il basic e l’intermediate.
thò, io avrei giurato che raimondo-manray la tenesse la cazzimma e forse pure quella al quadrato!
però fammi qualche altro esempio di cazzimma per favore, che mi sa che non ho capito…