Da una settimana o due, Garbatella è entrata in Europa. E la nostra famiglia finalmente con lei.
Da una settimana o due ci hanno consegnato un opuscolo rivoluzionario di linee guida per la nuova raccolta differenziata.
Per alcuni di voi, disseminati per l’Italia, è normalità già da anni; per altri di voi, disseminati altrove, è ancora fantascienza. Noi, nel mio quartiere della capitale, siamo esattamente nel bel mezzo del guado, con la casa invasa da sacchetti di tutti i colori e la testa che cerca di tenere a mente nuove regole non ancora interiorizzate.
Che mollette per il bucato, gomma piuma, ceramiche in cocci ed ovatta andassero tra i materiali non riciclabili ci arrivavo anche io.
Che damigiane in vetro, piccole cornici e bottoni non andassero nei rifiuti, ma dovessero essere consegnati direttamente nei Centri di Raccolta, sinceramente no.
Gli oli vegetali vanno raccolti in grandi contenitori poi smaltiti secondo quanto previsto dall’AMA e non gettati in altro modo? D’accordo, ci adegueremo, così come vuoteremo completamente e laveremo col detersivo bottiglie e scatolette in plastica & metallo prima di riporle nell’apposito sacchetto.
Non fraintendetemi, credo che sia una cosa estremamente civile ed era doveroso che arrivasse con queste modalità anche in un quartiere nel centro di Roma. Mi chiedo solo quanto tempo ci vorrà perchè accanto ai contenitori per strada si veda un po’ di coerenza tra quello che c’è scritto che dovrebbero contenere e quello che poi effettivamente contengono. Fino a che non si diffonderà sempre più capillarmente l’educazione al riciclo, gli sforzi delle singole famiglie saranno sempre una piccola goccia nel mare.
E poi, in giro c’è anche chi prova a sensibilizzare i figli fin dai primi anni di vita.
Ieri sera il marito stava svuotando le buste dopo aver fatto una grande spesa e la piccola dissennatrice gli orbitava intorno, cercando di arraffare quello che poteva e andando a nascondere le proprie conquisite (es. i pomodori pelati) in posti improbabili.
Ad un certo punto mi vedo comparire il marito davanti. Sempre difficile dirlo, ma avrei giurato che avesse un’espressione che denotava orgoglio.
Mi dice: “Ma lo sai che Bibi ha aperto la scatola del dentrifricio e ha conservato il tubetto, mentre ha appiattito la carta e l’è andata a buttare nella spazzatura???”
“Ma va??” rispondo io “sta venendo su sveglia, eh…?”
“Bè, no. L’ha messa nel secchio dei rifiuti organici, mica l’ha messa tra la carta!!!”
Che taluni padri siano molto esigenti io posso anche apprezzarlo, in linea teorica. Basta solo che le sedute di analisi, tra qualche anno, le finanzino loro.
prima di tutto, un plauso alla foto (implicitamente, allo scenografo – intenzionale o non – del soggetto).
detto questo: un plauso anche al marito. più che il risultato poté la tensione all’educazione civica (ché qua, vedi quanto raccontavo nel post di oggi, ce ne sarebbe un gran tanto bisogno, per altre questioni…)
e, ça va sans dire, il plauso più grande a bibi.
Grazie ammennicoli, è sul muro di fronte dell’ospedale dove dovrei partorire. Io volevo anche ricamare sopra questa frase, ma il marito (quando lo ha saputo) mi ha detto: “evita nuove figuracce, guarda che è una canzone…”
Vabbè, peccato. Sarebbe stato bello.
Grazie dei plausi. Nessuno di noi li merita, tranne il dentifricio che fa i denti bianchi bianchi. 😀
una canzone?!? nuuuu. vabbè, faccio finta di non saperlo. 😉
(mi hai ricordato con il tuo clic che avevo scritto quel post delirante sulla raccolta differenziata. me l’ero scordato! grazie)
Volevo anche commentarti, ma non sono riuscita a farlo.
Pensa tu.
Cmq era un post molto bello. Manda il link qui per chi volesse approfondire…
uh! grazie. volentieri, e ringrazio dell’ospitalità 😉
http://ammennicolidipensiero.wordpress.com/2013/05/30/della-raccolta-differenziata-e-delle-conseguenze-sulleducazione-della-prole/
E’ un onore.
Bella la foto 🙂
Grazie rodixidor, come dicevo ad ammennicoli è il muro di fronte all’ospedale dove dovrei partorire.
Un invito ad un medico?
Mah, il marito mi dice essere una canzone…
Io l’interpretavo come una esortazione a custodire un segreto.
Bravo! Anche io.
Di fronte ad un ospedale, sopra ad un cassonetto.
Ci avremmo potuto scrivere 6 o 7 post.
Non so perché ma io, da iper fanatica della raccolta differenziata (staccavo la carta delle bustine del tè, dopo la separazione, complice anche un minor quantitativo di spazzatura, ho cominciato a fregarmene … Quasi che la mia vita fosse indifferenziata è tale dovesse essere la mia spazzatura. Basta, da oggi torno nei ranghi. I miei figli, tutti e 3, imperterriti differenziano eccome, sono io che sgarro. Bravissimi voi e Bibi!
mi ha fatto molto ridere il tuo post. E mi ci sono ritrovata anche io! Le difficoltà dell’inizio, i dubbi (che tutt’ora persistono) !!!
Grazie… almeno mi consolo con “mal comune…” 😀
🙂
fortissima bibi!
vedrai che bello ritrovare la macchina fotografica nella spazzatura o quantitativi di penne e pennarelli matite e gessetti nell’armadio delle lenzuola! (è la fase “je casse donc je cache”)
ma che canzone è “tiettelo pe te” ??
Ehehe, non sarò mai pronta per questo.
La canzone è quella di uno che dice: guarda che ho accoppato una tizia, ma tiettelo pe’ te.
Elegante e soprattutto molto furbo.
…italiani brava gente.