
Lavo le zucchine e le sminuzzo alla julienne.
Lascio ammorbidire il pane nel latte.
Monto due uova.
Unisco i composti ed aggiungo parmigiano grattugiato, qualche fogliolina di maggiorana, sale.
Spolvero di noce moscata.
Inizio ad amalgamare con le mani.
Taglio la mozzarella a dadini e la mischio al composto.
Faccio delle polpette. Ne vengono 16.
Prendo il pan grattato (facendo attenzione che sia quello grosso da panatura), le impano.
Accendo il forno, metto le polpette sulla piastra, olio, sale e metto dentro.
Mentre attendo, apparecchio la tavola.
Sforno le polpette, le lascio raffreddare per qualche momento.
Prendo i piatti dei bambini e ne metto due per ciascuno.
Chiamo tutti a tavola.
A quel punto le assaggio.
Ma santo cielo! Il nulla cosmico!
Nulla, niente, nada. Come se un grande buco nero non lasciasse sfuggire né alcun sapore nè alcun odore.
Non credevo fosse possibile qualcosa del genere: masticare e assaporare il niente.
Nel mentre i bambini finiscono il piatto in un attimo, ne vogliono ancora, vanno a contare quante ne rimangono, ne mangiano 5 a testa.
Si accapigliano per l’ultima, fino anche non la divido in 3 parti uguali (che vorrei vedere voi con una polpetta).
Chiedono di dare un nome a questo piatto. Lo rivogliono cucinato a breve.
E niente…
La vita va così.
Dicono che il Covid tolga i sapori… 😛 scherzo, ovviamente. Io ho un nome per tutte le ricette nate così: “xyz á le fónd du Frigidaire.” Suona come fosse un piatto da nouvelle couisine (si scrive così?) ma è un banale insieme di avanzi di frigo. Consiglio.
Sei un elegantone. Ottima idea, ma mi rifiuto di dare un nome al …niente.
La vita è così: un piatto colmo di polpette preparate con cura e con tutti gli ingredienti scelti. Quando è finita l’ultima tu non hai ancora capito che sapore ha.
L’ho letto stamattina mentre facevo colazione: tanto di cappello per il tuo approccio filosofico.
Devo ancora leggermi il tuo libro, Atti osceni in luogo privato.
Le faremo sapere.
Però hai avuto modo di vedere il film.
A me le tue polpette insapore mi hanno incuriosita. Le proverò a breve. Grazie per la ricetta!!!! ❤
No ti prego, non lo fare!
Non lo fare, non lo fare!
Con l’età che avanza dovresti scrivere più in grosso le etichette. Non voglio dire che hai sbagliato qualcosa, ma io inizierei dalle etichette “Pane grattugiato” e “segatura”.
Io non metto la mozzarella, aggiungo menta che con le zucchine ci sta. E vengono buonissime. Simili le faccio anche con la melanzana.
e il fatto che siano piaciute particolarmente non ti fa sentire in colpa nemmeno un po’ per le cose che prepari gli altri giorni?
Esatto.
Era proprio questo che mi ha distrutto.
pensa quanto distrugge loro :p
Simpatico.
Io le chiamerei “rianderian”, parafrasando la canzone di Edith Piaf e ovviamente dando quel tocco di francese ignurant che ai pampini sembrerà esotico….
“Rianderian”!!!
Ballerà, sei tornata!
Che tuffo al quore!
Questo blog aspettavatté!
Non potevo piu rimanere indifferente al richiamo del quore!