Figuratevi, non che pensi di avere proprio io qualche diritto a parlare su questo argomento.
Io rientro in quella categoria di persone per le quali uscire da casa la mattina rappresenta quotidianamente un trauma di entità superiore.
L’aver pensato per tanti anni della mia vita di avere un uomo cattivo nascosto sotto al letto o l’aver avuto la c-e-r-t-e-z-z-a che dietro alla tenda della doccia si fosse rannicchiato un mostro che mi avrebbe azzannato non appena la avessi aperta è quasi nulla a confronto di quello che provo tutte le mattine quando mi chiudo la porta alle spalle.
Nei tre quarti dei casi ho dimenticato solo il portafoglio, ma le chiavi le ho con me.
In qualche situazione sopraffina, ho in mano il portafoglio, ma le chiavi le ho lasciate dentro.
Spesso quello che manca è il biberon con l’acqua della dissennatrice, a volte è la borsa del cambio per l’asilo nido.
Nei casi da incubo è il ciuccio.
Il marito un tempo non dimenticava mai niente. Ma così mai-niente che mi sentivo figlia di un dio minore paragonandomi a lui.
Per fortuna l’età avanza e così le responsabilità ed i pensieri e finalmente tutto questo ha reso anche lui un po’ più umano. Solitamente lui dimentica il badge dell’ufficio (cheppure ha agghindato di un vistosissimo laccio color bluette).
Qualche volta le chiavi della moto.
Qualche altra volta addirittura il casco.
Non vi nascondo che le volte che torna a casa a prendere il casco io poi vado in ufficio con un sorrisone stampato sul viso almeno fino a dopo pranzo.
Mio padre spesso dimentica il borsello quando esce. O lo dimentica al bar sulla sedia accanto alla sua e poi corre col fiatone per andarlo a recuperare.
Un amico del marito dimenticava sempre qualcosa da noi, quasi come se fosse un tributo alla casa; se ne rendeva conto sempre e solo in macchina e poi, povero, doveva tornare indietro e farsi poi quattro-piani di corsa per venirsela a riprendere.
Mia madre dimentica una volta sì e una volta no il cellulare a casa, cosa che non sarà il massimo, ma è pur sempre meglio della madre del marito che non ricorda che le sia stato mai regalato un cellulare, quindi tecnicamente lei non dimentica di portare il cellulare, proprio non sa di averlo.
La signora che vive nel basso di fronte a questo palazzo che ho fotografato a Napoli, probabilmente, dimentica sempre la luce accesa.
E che volete, in un momento di caro-vita come questo mi pare ovvio che il marito le abbia scritto un reminder sul palazzo di fronte.
Pure voi, mammamia, state sempre a criticare.
io vivo di post-it.
il giorno, che mio marito rientra a casa e gli chiedo il suo nome, è vicino!!! 😀 😀
besos
Sally
Concordo con te. I post-it sono il segno vero del progresso umano. Io ne ho a migliaia, di solito ne scrivo uno, lo perdo e ne compilo un altro che spero sia uguale, ma non ne sono mai certa.
😐
scriversi tutto sull’agenda, portarne il peso quotidiano in borsa e poi dimenticarsi di aprirla per settimane.
il sinistro presentimento di aver dimenticato qualcosa mi attanaglia in qualunque momento del giorno, inutile contrastarlo controllandomi, tanto se una cosa l’ho rimossa non me ne accorgerò nemmeno rovistando per 20 min dentro la borsa.
solo all’atto dell’utilizzo scoprirò di cosa si trattava.
e dunque non c’è rimedio.
però oggi sono fiera di me. Ho comunicato la lettura del gas in tempo per la prossima fatturazione.
I 900 euri dell’ultima bolletta su letture stimate hanno avuto un certo potere sulla memoria.
Grandissima Gra, questo tuo commento potrei averlo scritto io. Proprio io che infatti ora mi appropinquo a salire su uno sgabello per leggere il contatore della luce dopo la carocchiata di bolletta che mi è arrivata l’ultima volta!
Come Didimo Chierico, siamo più disingannate che rinsavite…
Dì la verità… te l ho ricordato eh? 🙂
(grande Fubini! Sai che il mio cardiologo ne è il nipote?)
dimenticavo di dirti come sei brava. Ma se devo fare quattro piani a piedi mi sa che non te lo dico.
Tu sei un provolone, tu sei un provolone… ma guarda che non sono io quella delle invasioni barbariche, hai sbagliato blog.
ah scusa.
Se vuoi puoi anche cancellare il commento.
No. Il mondo deve sapere 🙂
ma che cosa è quello sgorbio sopra alla scritta toledo? (mannaggia, l’ultima volta in cui sono stato a napoli non era ancora aperta)
ammen, credimi, così come è di fantasia lo sgorbio, è di fantasia anche tutto il resto!
(almeno cosi dixit ex-mariteme che ivi abita)
Una volta tanto devo dare ragione all’exmariteto.
Per me quello sgorbio è una bicicletta. Poi non chiedermi perchè…
Pista Ciclabile! 😅
Se uno sale da quei contenitori dell’immondizia arriva ai baretti di Chiaia verso vico Belledonne e via Cavallerizza. Quello è un angolo di via Carlo Poerio. A due passi da casa di Sua Maestà The King!
#AmoNapoli
L’amico di tuo marito mi fa pensare a questo …
Dunque inizierò a guardarlo con altri occhi questo amico…