Vivo ancora quel momento fatato in cui per i miei figli sono qualcuno. Diciamo, anzi, che sono ben più di qualcuno.
Le mie storie di fantasmi sono davvero di paura, quando mi fanno compagnia mentre mi vesto sono “sempre bellissima, mamma“, se sono io a pettinare, allora i nodi non fanno male.
Il mio bacio della buonanotte è l’unica porta di accesso per i sogni d’oro.
Vivo tutto questo cercando di tenere a bada gli effetti devastanti causati dalla consapevolezza che tutto ciò è temporaneo.
Osservo bambine e bambini di varie età, incontrati per strada con le loro mamme e mi dico: a cinque anni ancora vincerò a mani basse. Tra i sette e gli otto potrò trovare ancora qualcosa da dire. Già verso i nove l’equilibrio rischia di essere precario: dovrò fare del mio meglio. Dai dieci in poi, probabilmente meglio chiedere la resa…
Certo, se guardo i bambini e non le bambine l’orizzonte si allunga, ed è solo per questo che accetto di buon grado le irresistibili sevizie del piccolo dissennatore, perchè le considero un investimento per il mio ego futuro.
Tutto ciò premesso, da un anno ho cambiato casa, palazzo e città. E si dà il caso che al piano di sopra del mio nuovo appartamento abiti una delle persone più geniali tra quelle che trovo in circolazione: Rocco Tanica.
Cioè, ho detto Rocco Tanica, signori. Chi non lo conoscesse vada subito su Google, è un ordine.
Da quando l’ho scoperto capisco perchè la tata dimentica le chiavi di casa così di frequente: nel mio palazzo, bivaccare sul pianerottolo può essere estremamente appagante.
Baschetto, gilet, sorriso ed un meraviglioso senso di leggerezza: Rocco strega chiunque.
A volte, devo ammettere, è anche stregato, come quella volta in cui il marito stava trasportando un materasso che si era espanso a dismisura per le scale, occupando tutta l’area libera tra muro e ringhiera. Incrociatolo casualmente mentre usciva, è riuscito a farsi aiutare per una ventina di minuti (senza mostrare alcun rimorso) prima a disincastrarlo e successivamente a trasportarlo per più piani, devastandogli di calcinacci il completo delle feste che indossava e con quello, conseguentemente, chissà quale strepitosa serata.
Ma Rocco non fa una piega. Disponibile e simpatico, ogni volta che può scambia due chiacchiere con grande piacere.
Così come l’altro giorno, in cui incrocia la piccola dissennatrice che entrava nell’androne del palazzo 2 minuti prima di noi, che eravamo invece entrambi occupati ad evitare i mille-modi-di-suicidio-più-uno che Giulio tenta quando ne intravede la minima possibilità.
Avvicinandoci al portone, sentiamo un chiacchiericcio soffuso. Rocco, con in mano una pianta di gerani rosa, e Bianca che, di fronte a lui, giocherellava vezzosamente con la sua collana colorata.
“Eccoli, hai visto che sono arrivati?” le dice chiudendo un discorso. “Chi sono loro? La tua mamma ed il tuo papà?”
“No” risponde lei senza neppure guardarci. “Loro sono dei miei cugini di Roma“.
Non pensavo a soli tre anni, ma d’altra parte io lo sapevo che quel momento sarebbe arrivato.
Ahahahahahahaahahah oddio mi hai fatto morire! Quindi non sei più al quartopianosenzascensore? Io valuterei seriamente di cambiare nome al blog. RoccoTanicaAbitaquisopra é solo una delle tante proposte…ma d’altra parte sono certa che la piccola dissennatrice ne avrebbe di migliori!!!
Hai anche ragione, ma il nome oramai è scolpito nella pietra… metti che il futuro me ne riservi un altro…
Il prossimo passo è chiedere a Rocco Tanica di scrivere qualcosa sul blog. Uno di questi we mi accampo sul pianerottolo e poi vediamo… 🙂
Oddio un vostro post a 4 mani sarebbe un sogno!!!!
Bè, se la metti così, mi sento quasi in dovere di chiederglielo…
😀
Pleaseeeee!!! 🙂
“RoccoTanicaAbitaquisopra”. chapeau.
XD
Chapeau tambien
Esilarante!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 😀
E quindi ti avevo detto che sabato sono li?
Mi trovi sul pianerottolo…che io sono una Fan Antica di Rocco, anche detta Granfa Natica…o Giùin Cantina…
Ma Tanica é il suo vero cognome? …uno dei più anagrammabili senza dubbio…
no. all’anagrafe fa diversamente.
facciamo un pranzo sul pianerottolo? tu
porta una toma piemontese che lo
stani da casa con quell’odore pungente di stalla…
non me l’avevi mica detto! vi avrei chiesto di portarci un autografo 😛
(comunque, parte seria del commento: da un altro punto di vista, il giorno in cui dal senso di onnipotenza che accompagna i genitori in erba si passerà al ruolo di semplici, se non anche fastidiose, comparse, sarà anche quello in cui si potrà ricominciare a pianificare cenette romantiche in viaggio per il mondo con la dolce metà 😉 )
Sull’autografo sarebbe stato difficile. Faccio sempre e comunque la superiore, ricordati i miei incontri con De Gregori!
Sul resto devo dire che mi piace molto questa prospettiva.
Riconsidererò la cosa…
Salvo poi dover tornare a studiare latino greco e matematica…anche quelle son serate tolte alla libido!
Diciamo che il momento d oro va dalla 1 media alla 1 liceo! 🙂
3 anni?
arrotondati per eccesso…
Dai, in fondo poteva andare peggio…
Sentiamo…
Quelli sono dell anonima sequestri che si credono i miei genitori ..
tipo
Vero. Ci avrebbero tolto l’affido di Bianca, ma io guardo il lato positivo: anche quello di Giulio…
Ahjahjahjahjajha!!! Tua figlia è una forza!!!
…ma pure Rocco Tanica!
Un vicino di casa d’assoluto prestigio! È normale che faccia gravitare l’attenzione intorno a lui! 😀
Infatti. Purtroppo non è vicino di pianerottolo, altrimenti sai quante volte mi sarebbe mancato lo zucchero??
Anche io vi avrei spacciati per “lontani parenti”. Forse avrei aspettato l’indipendenza economica, ma di certo l’avrei fatto.
Ordinario.
è il mio problema da sempre
No ma davvero Rocco Tanica? E “Sono i miei cugini di Roma” ha vinto su tutto 🙂
Ebbene sì. Vieniti a prendere un the da me qualche volta…
Guarda che ci vengo!
…quanto zucchero?
Senza! 🙂
Beh, meglio sveglia e carogna che tonta e pacifica… no???
Rocco Tanica…….. lo lovvo!!!