Ci sono delle cose che restano nella memoria, come gli imperativi tronchi in latino (dic, duc, fac, fer).
E, tra queste, ricordo perfettamente una scena del film Scream, scena in cui una ragazza sta facendo i pop corn in una di queste case ammericane spaziali, tutta finestre, giardini, piscine e openspaces e riceve una telefonata di quelle moleste, che in Italia di solito te la faceva il compagno sfigatissimo delle medie a cui stavi sulle palle. E la telefonata aveva milioni di domande e finiva con “indovina dietro a quale porta sono nascosto?”. Ovviamente poi lei lo scopriva, lui l’ammazzava e i produttori del film si facevano soldi a palate, non considerando i danni che avrebbero creato su di me negli anni a venire.
In seguito alla visione di quella scena, ho sempre desiderato vivere in un loft senza porte, neppure per il bagno, però la mia vita non è andata così e ho a poco a poco convissuto con quella sensazione strappa-cuore ogni volta che passo vicino ad una porta che scopre l’esistenza di una stanza buia. Anche se questa stanza è semplicemente camera mia, per dire.
Ora, però, che sono diventata grande, sono responsabile di altri esseri umani indifesi (e parlo del marito) e quindi sono diventata molto brava a farmi forza da sola ed a superare le mille insidie che una casa grande mi presenta tutti i giorni. Ombre mai viste, scricchiolii sospetti, sbatacchiamenti strani. E non vi dico neppure quanti dispetti può mai farmi la casa quando, per puro caso, sono sola per due notti perchè il marito è lontano.
Facendo questa premessa, figuratevi cosa può essere successo nella mia stanza quando, accanto al mio comodino, è partito da solo (merdadellemerde) il telefono della Fisher-Price che ha iniziato a dire ripetutamente “Ciao-ciao, Ciao-ciao”, con una vocina come quella delle bambole giapponesi assassine.
E per quanto sarà anche vero che questi giochi, se non li s-p-e-g-n-i, vanno solo in stand by, questa per me (e per i vicini che si ricorderanno quella notte per un po’) non riesce ad essere una consolazione.
La tecnologia sarà anche intelligente, ma non mi interessa, perchè io le ho requisito tutte le batterie.
Vedi che sei bravissima e mi fai sempre ridere? Lo vedi?
Quando i bimbi erano piccoli erano difficilissimi da addormentare. Tipo 40 minuti di coccole con una pazienza che un monaco buddista in confronto è Tomas Millian.
E uscendo dalla camera pestavo sempre il bastardissimo “Winnie the Pooh con la voce di Fabrizio Frizzi” che gridava “Ullallaà”.
Svegliando i bambini e il mio odio verso il mondo.
milian, una l sola.
e non mi chiamare mister-puntini-sulle-i, lo so già.
“Milian” maiuscolo.
e non mi chiamare miss Capitol Letter, lo so già.
occhio che stiamo cercando di competere con un Maestro della Pignoleria, non svegliamo il can che dorme 😉
sto cercando lo spelling di “puntarcazzismo” ma forse mi puoi aiutare tu, Luca… 🙂
sul tuo biglietto da visita non lo hai fatto scrivere? potresti provare a cercare là…
il mio biglietto da visita, a differenza dei miei sogni, è in inglese
e se è in inglese tu che ne sai cosa c’è scritto? Te lo sei fatto tradurre una volta che sei andato a londra al piccadilly circus?
Inutile che mi blandisci, non te li tengo i bambini, perchè tu possa andare a vedere in pace una puntata di “Tre cuori in affitto” dai vicini di casa.
La tua scena mi rimarrà scolpita nella memoria, come Scream, e al primo che mi regalerà un Winnie the Pooh parlante glielo faccio ingoiare.
ma anche a te avevano insegnato pe-pu-pi-te-mi?
No, solo il Pù, passa Paperino… come già ebbi a dire.
no, non era uno conta. intendevo dire lo scioglilingua per ricordare gli impersonali latini. tipo “ma-con-gran-pena-le-reca-giù”, una roba simile. appunto, non avrei mai pensato che me li sarei ricordati a più di vent’anni di distanza.
Però almeno era lì sul comodino… la cosa terribile è quando per trovare la cosa urlante devi vuotare ceste, bauli, scatole…
Ah, certo, giusto!
Col rischio che poi si svegli anche il pupo o la pupa e allora sono dolori…
Altro che “Ciao ciao”
Io c’è stato un periodo in cui non riuscivo a dormire con la porta aperta, perché era affacciata sulle tenebre del corridoio!
Qundi, in pratica, se avevi bisogno di andare in bagno… la trattenevi?
(parlo per esperienza vissuta)
No dai, mi facevo coraggio! 😀
Idem!! In casa da sola “condizionarsi” è d’obbligo!!!
Ti è mai capitato che trovi, chennesò, il telecomando spostato e pensi: sono certa che non l’ho messo io lì. C’è qualcuno in casa che vuole farmi avere una crisi di nervi… e poi palesarsi a sorpresa per darmi il colpo finale.
Ti è mai capitato?
No, aspetta, e vogliamo parlare del fare la doccia dopo aver visto Psyco?
Lammmmorte.
Scherzi, la doccia da sola a casa è una delle cose più terrorizzanti, se un attimo prima ti ha preso quel “trip” pazzesco in cui ti chiedi: e se entra qualcuno a casa mentre sono sotto la doccia e non lo sento? Sai che ridere se lo trovo appoggiato allo spigolo della porta quando esco?
Una volta rischiai i punti di sutura alla testa,perché un palloncino,quando avevo 10 anni, decise di esplodere in corridoio mentre andavo in bagno alle quattro del mattino. Noh ho mai corso come corsi in quel bilocale. Poi ovviamente una caduta più che rovinosa e, mai come quella volta, indegna.
Non riesco a smettere di ridere leggendo il tuo commento. Ma mettiamoci nei panni dei tuoi genitori: sentono un’esplosione nel corridoio, una persona che corre rovinosamente, una caduta ed un pianto disperato.
Pensa che risveglio da-raccontare, poveri anche loro!
A me sucesse con le notifiche del nokia 6210, che sarebbe dovuta sembrare la risata di un bambino e invece era come la bambola assassina.
Nel mezzo di una stanza buia in piena notte è un’esperienza sicuramente da provare
con tutto il rispetto, ma anche no!
ecco, mi sono venuti in mente episodi rimossi freudianamente su notti con risveglio thrilling.
Non so se elencare i 3 che stanno sul podio o dedicargli un post nel 2015 (in coda a tutti gli altri).
Anche se solo con un elenco a punti che fai, non vuoi dirci quali sono? Vuoi solo farti pregare?
(poi preghiamo Antimateria di raccontare le notti con i suoi animali, che sono una meraviglia, ma non so se si degnerà).
Che vuoiiii????
perché non racconti delle urla cupe di Tobia, mi sembra così a tema…
Non ti lascerò deridere il mio gatto solo perchè appena si spengono tutte le luci e la casa si immerge nel buio in lui nasce questo irresistibile istinto di urlare a squarciagola tutto lo sdegno che ha in corpo. Ogni notte.
D’altronde di giorno è un gatto irreprensibile.
ooohhh…i bullet point di aspiana memoria! io, la prolissa che si esprime a tick!
ci provo.
1) notte fonda. Si stacca il chiodo che reggeva uno dei due ganci di un quadro. Questo, appeso ormai solo per l’altro gancio, inizia ad oscillare provocando uno ssshhhh – ssshhhhh regolare. Inizialmente sempre più ampio poi sempre più stretto (era il grado di oscillazione) dando l’impressione di un energumento che si avvicinava strisciando i piedi in camera mia…
2) Notte buia e tempestosa, tuoni fulmini e saette. Un corto circuito dell’antenna fa partire a palla il televisore con voci di uomini che discutono…
3) casa di campagna. Campagna significa luogo isolatissimo. Impossibile dormire con la finestra chiusa perchè o morivo asfissiata o morivo di fifa (come poi effettivamente è stato). Entrano 2 pipistrelli e un gatto. Un gatto intenzionato a prendere i suddetti pipistrelli.
Ora vi tralascio lo stato emotivo di questi semplici 3 risvegli in solitudine, senza nessuno cui mordere che so, un braccio. E anche le cose che ho fatto in conseguenza. E non è che voglio essere pregata. Sul cardiopalma e i peli dritti ci arrivate da soli, il resto lo ometto perchè ho un nome da difendere. Io.
Il sig. Riccio si conferma protagonista sempre e comunque. Buca lo schermo!!!
Ma tu non ci racconti se la casa da solo ti terrorizza o no?
E smettila di parteggiare per il signorriccio, sei un venduto.
Vero… Venduto… 😀
La casa da solo è la condizione ideale. Io da solo sto in grazia di Dio!!!! Esco perché mi trovo in casa una tipa che nn so chi sia. Un’estranea, come diceva Alberto Sordi 😛
Allora le cose sono due: se non è la casa che spaventa te, devi essere tu che spaventi la casa.
Povera casa e povera coinquilina.
E poi sarei io il venduto eh?!
Ma quindi sono l’unica che ha festeggiato la sua prima serata nel suo nuovo monolocale, in una nuova città, tutta sola, guardandosi un bel horror al buio??
Si, penso solo tu. Ma la cosa non mi dire che ti stupisce.
cioè, mi hai fatto scrivere quel popò di roba e poi che fai? snobbi?
Il signor riccio verrà a farti il solletico di notte…o ssape questo?
(avevo scritto sollecito…che se vuoi è pure peggio!!!)
No, non ti snobbo. Aspettavo di poterti rispondere con calma.
Innanzitutto mi fa ridere perchè i bullet a cui penso, di aspiana memoria, sono ben altri.
Poi per inciso, ieri ho letto il tuo commento al marito che non la smetteva più di ridere, principalmente per la scena del quadro.
Io, invece, anima pura, sono rimasta basita da questa cosa: ma come, ma chi te lo fa fare di andare in una casa in campagna nel nulla, allora mi fai come le protagoniste dei film degli zombie, che poi uno dice che non lo sapevano di star attirando gli zombi financo dal polo nord.
Detto questo, la mia è: cosa hai fatto dopo? Peli dritti ed urla vanno pure bene, ma dopo? Come mai sei ancora viva e non sei morta lì?
no ma in effetti mai più pensavo di dormire da sola in campagna, che si, non è che sia fifona di mostri e di fantasmi (li c è pieno di gufi e upupe perciò puoi immaginare il coro notturno…tuttavia a quello c ero abituata), pero era previsto l arrivo anche dell ex il quale, invece, perse il treno.
confesso che in quella occasione ebbi una crisi di pianto nervoso dallo spavento…cioè stavo bene e avevo capito, xo mi era presa cosi…leggevo topolino (ripescato in giro x casa insieme ad una settimana enigmistica ingiallita) e frignavo. 🙂
per me l’ex sarebbe diventato ex dopo questa perdita del treno.
Mo’ mi vado a vedere come è fatta un’upupa. Ciao Foscola Discola Blascola.
Mi sono occupato personalmente di frantumare il cagnolino bubbù e il topo rap.
Ma quello che odiavo di più era il telefono parlante.
Già odio le telefonate vere, figurati quel bastardo a rotelle, con più luci di un ambulanza.
Però sulle porte non condivido. Amo le porte. Baluardi a difesa di quel briciolo di individualità che mi rimane. Sogno porte, bramo maniglie, desidero chiavi nella toppa: e tutti fuori dai coglioni.
Mi hai fatto ridere, benvenuto, vienici a trovare più spesso casalingo.
grazie, a presto socia